Cap.6 Sharon e Provenza
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Il capitano Raydor era preoccupata e anche il tenente Provenza. Si trovarono entrambi in sala ristoro, Sharon si stava facendo un thè, erano ormai due giorni che non c’erano tracce di Andy. Provenza si fece un caffè e si sedette ad uno dei tavolini.
“Tenente Provenza …. Non ho permesso ad Andy di fare il test psicoattitudinale dal dottor Davis.”
“Ha fatto bene capitano, non era pronto.” Disse Provenza guardandola e rispondendo senza esitazione.
“Andy aveva insistito, ma non volevo, abbiamo discusso e litigato. Anche la mattina che è scomparso, abbiamo discusso, continuava a dirmi che voleva provare a fare il test, ma alla fine gli ho ordinato di non farlo.” Disse Sharon e una lacrima furtiva scese dai suoi occhi. Si asciugò la lacrima in fretta, per non farsi vedere da Provenza, che aveva capito dal tono della voce che era preoccupata.
“Lo troveremo capitano. Dobbiamo essere fiduciosi, Andy è ben addestrato e sa come si deve comportare.” Silenzio. “Capitano, dobbiamo iniziare a prendere in considerazione che Andy sia stato rapito.”
“Come rapito, perché?”
“Il perché non lo so, ma rimane solo questa possibilità. Abbiamo controllato tutti gli ospedali, i centri di accoglienza, gli ambulatori, la macchina è stata trovata davanti alla stazione degli autobus. Dalle telecamere non si vede come sia arrivata, quindi non sappiamo se ci sia andato Andy oppure se qualcuno abbia portato lì la macchina. Abbiamo trovato solo un’impronta parziale, ma per il resto è tutto pulito. Dobbiamo iniziare a considerare che qualcuno abbia rapito Andy.”
“Ma avrebbero chiamato per un riscatto? Oppure pensa ad un rapimento per vendetta?” Disse Sharon e lo sguardo divenne serio e preoccupato.
“Dobbiamo considerare tutte le ipotesi e non trascurare alcuna pista.”
“Il capo Taylor ha confermato l’arrivo di altri uomini di supporto, arriveranno domani mattina. Può occuparsene tenente Provenza e organizzare le ricerche?” Disse Sharon.
“Certo Capitano. Senta perché non torna a casa, ha bisogno di riposare è rimasta qui da troppe ore.”
“Ma tenente …”
“Se sarà stravolta non servirà a nulla e non riuscirà a ragionare e in questo momento dobbiamo rimanere lucidi, tutti quanti. Organizzerò una serie di turni, perché ci sia sempre qualcuno in Centrale, ma noi dobbiamo recuperare, quindi le chiedo di tornare a casa, di riposare e ci rivediamo domani mattina.”
“Ha ragione tenente, così non sono utile e nessuno.” Disse Sharon con aria triste, raccolse le sue cose e tornò a casa. Sapeva che c’era Rusty ad aspettarla, ma voleva tanto che ci fosse Andy, come nelle settimane precedenti, quando tornava a casa e le preparava la cena. Voleva chiarirsi, voleva chiedere scusa, abbracciarlo, pensare che fosse al sicuro. Le mancava tanto e aveva un brutto presentimento, che non riusciva a mandare via. Cercò di riposare, ma il pensiero andava sempre ad Andy. Rusty aveva insistito per farle mangiare qualcosa, ma Sharon aveva fatto una doccia veloce ed era andata a letto, voleva rimanere da sola, voleva piangere senza vergognarsi, perchè aveva paura di non rivedere più Andy. Aveva tra le mani il cellulare di Andy, lo avevano ritrovato in macchina spento. Era pulito, non c’erano impronte e così lo avevano restituito al capitano. Sharon riguardò le foto che Andy aveva fatto quando erano stati a Monterey, erano felici, sorridenti. Le lacrime cominciarono a cadere dai suoi occhi, non riusciva a fermarle, ma forse non voleva fermare l’onda di sentimenti, di emozioni che tutte quelle foto stavano scatenando nel suo cuore.
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Andy era affamato ed assetato. Era stanco e aveva tutte le braccia e le gambe indolenzite. Aveva la benda agli occhi, ma sentiva che non era da solo, c’era qualcuno. “Da quanto tempo sono qui?”
Non ebbe alcuna risposta. Due mani da dietro la nuca, cominciarono ad accarezzarlo con bramosia, un corpo leggero, di donna si sedette sopra di lui, sentì che era nudo, sentiva la pelle, l’odore di un corpo di donna. Sentiva il respiro, l’affanno, i gemiti di piacere. La donna gli prese il viso tra le mani e lo baciò con forza, passione, irruenza. Andy spostò le labbra, abbassò il viso. “Non hai il coraggio di mostrarti …” Disse sottovoce “Cosa vuoi da me? Lasciami andare.”
“Ti voglio. Voglio che mi dici che mi ami.” Disse Casey.
“Ok, ti amo. Sei contenta? Ora lasciami andare.” Disse Andy quasi con disprezzo. Casey lo schiaffeggiò con forza, questa volta lo schiaffo aveva fatto male, la guancia era arrossata.
“Non osare offendere la mia intelligenza …” Disse la donna e si accomodò meglio su di lui, palpeggiò il suo piacere. Andy trasalì. Con le mani Casey salì sollevando la maglietta, baciò il petto, leccandogli i capezzoli. Andy si mosse, fece una smorfia di disgusto.
“Lasciami!” Disse con fermezza.
“Eppure il tuo corpo dice altro … Andy … fremi al mio tocco, sento che mi vuoi …” Disse Casey con voce sensuale e suadente.
“Lasciami andare. Lo sai che non ti amo. Amo Sharon!” Disse con fermezza. Lo schiaffeggiò ancora con forza. “Lasciala fuori da noi due!” Silenzio. “Parliamo solo di noi. Dimmi cosa ti piace. Dimmi cosa vuoi che faccia al tuo corpo …” Si alzò e prese il viso di Andy e lo mise in mezzo ai seni nudi. Andy sentì il profumo di quella donna “Lasciami!” Gridò scostando la testa.
“Sto così bene … sei così caldo … sei il mio amore …” La donna era sdraiata sul corpo di Andy, sentiva il battito del cuore, sentiva la rabbia che scorreva nelle sue vene. “Siamo eccitati …” Disse sottovoce.
“Smettila! Lasciami andare!” Gridò Andy, adesso si stava arrabbiando.
“Non ti piace questo gioco? A me piace, mi sto divertendo tanto. Sei così sexy … sento che mi vuoi …” Disse Casey con voce sensuale.
“Toglimi quelle cazzo di mani di dosso! Lasciami stare!” Gridò Andy con tutta la sua rabbia, era furioso e stava perdendo il controllo. Casey si spaventò da quello scatto di rabbia improvviso, non lo aveva mai visto in Andy e spaventata si alzò. Andy cominciò a muoversi con forza, spostando la sedia e cercando di spezzare le manette che lo tenevano legato facendo parecchio rumore. “Maledizione! Lasciami andare!” Urlò come impazzito.
“Calmati Andy, calmati …” Casey adesso era spaventata dalla reazione improvvisa di Andy.
“Vai via! Lasciami! Lasciami andare!” Andy continuava a gridare come un pazzo e prima o poi qualcuno lo avrebbe sentito. Scesero di corsa Batman e Robin e rimasero sconcertati nel vedere Casey che si stava rivestendo velocemente e Andy che spostava con il suo peso la sedia di ferro e cercava di rompere le manette alle quali era legato.
“Cosa hai detto per farlo incazzare così?!” Chiese Batman spaventato.
“Lascia fare a me …” Disse Casey, prese dalla sua borsa una siringa e iniettò il contenuto nel braccio di Andy, che dopo qualche minuto, si calmò e si assopì, perdendo i sensi.
“Ma cosa stavi facendo? Perchè ti stavi rivestendo? Perché si è infuriato in quel modo?” Chiese Robin.
“Pensa agli affari tuoi!” Gridò la donna scocciata e finendo di vestirsi. “Badate a lui, adesso devo andare via, tornerò più tardi.” Prese la borsa e uscì.
“Poteva spezzare le catene da quanto era furioso.” Disse Batman.
“Sì, ho avuto paura che le spezzasse.” Disse Robin. “Però adesso è tranquillo, per fortuna.”
“Senti perché non ci prendiamo della pizza e della birra, così ci rilassiamo?!” Propose Batman.
“Ottima idea, vado a comprarla e prendo anche tanta birra!”
“Ok, fai in fretta!”
Batman tornò e i due si misero a mangiare e a bere birra, dopo qualche ora Casey tornò, sperando che Andy si fosse calmato e sperando di rimanere di nuovo da sola con lui. Scese nel seminterrato e trovò i due complici che mangiavano a bevevano birra, li sgridò, li insultò e li mandò via in malo modo, disse loro di andare via e di tornare tra un paio di ore. I due rimasero male, non volevano essere trattati come degli idioti. Cominciava a nascere del risentimento, Batman e Robin erano sempre meno accondiscendenti alle parole della donna.
Quando rimase da sola con Andy, Casey si avvicinò e gli alzò il viso. Andy farfugliava parole incomprensibili, si avvicinò, lo baciò, ma non rispose al bacio, disse qualcosa di incomprensibile e poi mormorò: “Sharon …”
Sentendo quel nome, Casey si infuriò, lo schiaffeggiò più volte, prese della birra e la rovesciò sul suo capo, bagnandogli il viso e tutta la maglietta. Infuriata, gli tirò addosso la lattina vuota. “Pensi a lei, vero?! Quella maledetta donna!” Casey era furiosa, continuava a pensare a Sharon, cominciò a riflettere sul fatto che doveva farla fuori, per eliminare definitivamente il problema. Se Sharon non ci fosse più stata, Andy sarebbe stato libero di amarla. Doveva pensare a come eliminare il capitano Raydor, così finalmente sarebbe rimasta da sola per sempre con Andy. Sorrise soddisfatta, salì in casa e cominciò a progettare su come liberarsi del capitano Raydor.
/
Andy si svegliò e sentì odore di birra. Aveva la maglietta umida e sapeva di birra Maledizione! Imprecò tra sé, ci mancava anche questa. Sentì dei rumori, sembravano di due persone.
“Chi c’è?”
“Calma, stai calmo. Va tutto bene.” Disse Batman in tono conciliante.
“Sentite, potete togliermi questa benda?” Chiese Andy. I due si guardarono l’un l’altro. Sapevano che Joker era andato via e che sarebbe rimasto fuori fino al giorno dopo.
“Ti togliamo la benda, però tu stai calmo, ok?”
“Certo, certo.” Disse Andy. Gli tolsero la benda, stropicciò gli occhi e si guardò intorno. Poco distante da lui c’erano Batman e Robin che lo fissavano.
“Grazie ragazzi. Ora va molto meglio. Potete darmi qualcosa da bere, ho molta sete.” Disse Andy.
“Ok.” Robin prese una bottiglietta dalla cassetta che avevano comprato e diede da bere ad Andy che si sporse avidamente per bere. “Piano, piano. Ecco … avevi molta sete.” Disse Robin.
Rimasero in silenzio per un po’, poi Andy disse “Scusate ragazzi, dovrei fare pipì …così proprio non posso …” Disse Andy indicando le mani legate alle manette “Potete liberarmi?”
Batman e Robin erano interdetti. “Scusaci un momento.” Disse Batman e fece cenno a Robin di avvicinarsi e cominciarono a discutere sul da farsi. Non erano d’accordo sul liberare Andy per fargli fare pipì, ma non sapevano come gestire questa situazione.
“Ehi… ragazzi … sentite …” Disse Andy e i due si girarono. “Che ne dite se facessimo in questo modo: mi liberate e mi legate una mano con una corda lunga, tipo quella che vedo là in fondo e io mi apparto un momento, faccio pipì dentro una bottiglia e torno a sedermi qui. Non diciamo nulla a Joker, come prima, per la storia della benda. Io non ho detto nulla, giusto? Mi sta scoppiando la vescica, dai venitemi incontro … in fondo abbiamo un accordo?!” Disse Andy con un sorriso candido.
I due rimasero un po’ perplessi, guardarono la corda che aveva indicato Andy e la presero. Fecero una serie di misurazioni e poi decisero di liberare le mani dalle manette e i piedi dai legacci. Quando lo liberarono, Andy tentò di alzarsi e cadde a terra, le gambe gli tremavano, erano state troppo tempo in posizione seduta e ora gli facevano male. Si rialzò con fatica, però, le gambe tenevano. “Datemi qualche minuto …” Disse Andy, aveva tutte le gambe indolenzite, gli facevano male, ma doveva resistere.
“Allora ti leghiamo solo una mano …” Disse Batman e prese la mano di Andy, che lo strattonò e lo colpì con un colpo con la testa e Batman stramazzò al suolo. Robin, vedendo quella scena, si spaventò e scappò via.
Andy cercò di salire le scale e di uscire da quella casa, faceva fatica a camminare, le gambe gli facevano male, ma piano piano si stava riprendendo. Arrivò in cima alle scale del seminterrato e uscì in casa. Robin era scappato via e aveva appena accostato la porta. Andy capì che quella era la sua occasione: doveva provare a scappare, uscì dalla porta e cominciò a correre.
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Continua ….199Please respect copyright.PENANAweakAxbbLu