Cap.9 Hyde
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Il capitano Raydor vide il tenente Provenza rispondere ad una telefonata, alzarsi e andare via. Voleva dire che Morales aveva terminato gli esami. Non esitò e andò nel laboratorio del dottore: doveva sapere la verità! Mentre percorreva il corridoio che portava al laboratorio, Sharon ebbe paura, le tremavano le gambe e aveva le mani sudate. Era agitata, aveva paura che le confermassero quello che tutti gli indizi indicavano, quel cadavere era di Andy!
Arrivò al laboratorio, non le era mai sembrato così lontano, vide il tenente Provenza uscire e andarle incontro sorridendo: “Non è Andy, non è lui!” Provenza abbracciò Sharon, che si era portata le mani al viso e stava piangendo. Non era Andy, non era Andy, quindi doveva essere da qualche altra parte, era vivo!
Il tenente Provenza accompagnò il capitano alle sedie appena fuori dal laboratorio e le fece prendere fiato. “Mi scusi, tenente, mi scusi.” Disse Sharon asciugandosi le lacrime con il fazzoletto che Provenza le aveva appena dato.
“Stia tranquilla. Va tutto bene. Non è di Andy il cadavere, però adesso dobbiamo scoprire perché aveva indosso le scarpe di Andy e l’anello di sobrietà.” Sharon ascoltava e annuiva, Provenza proseguì “Dobbiamo intensificare le ricerche, perché al momento non abbiamo una pista da seguire per capire dove sia finito quell’idiota! Ma sono contento che non ci sia lui sul tavolo di Morales.”
“Grazie tenente, grazie. Ora dovremmo rientrare e dare la notizia anche agli altri.”
“E’ sicura di stare bene capitano?”
“Grazie tenente, ora sto meglio … va meglio.” Disse Sharon, si rialzò, prese fiato e seguita dal tenente Provenza rientrò alla Crimini Maggiori per scoprire l’identità dell’uomo che indossava le scarpe e l’anello di sobrietà di Andy.
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Intanto al Distretto di Hyde, Flynn imprecò, era riuscito a scappare dai suoi rapinatori e non era riuscito ancora a farsi identificare! Era stressato e frustrato, cominciò a gridare come un pazzo perché tutta quella situazione gli stava dando alla testa, era un incubo dal quale non riusciva a svegliarsi. Rimase tutta la notte chiuso dentro una cella di sicurezza ammanettato.
Alle prime luci dell'alba, dopo il cambio turno, l’agente del turno del mattino prese in carico tutte le situazioni di vagliare, così andò a vedere in quali condizioni fosse Andy. Erano riusciti a identificare parecchie persone, quella notte era stato una vera confusione nel distretto di Hyde, il Rave party aveva portato più di cinquanta persone nelle celle di sicurezza del distretto. L’agente del turno del mattino gli disse di alzarsi e di avvicinarsi per vedere se stesse bene:” Allora mi vuoi dire il tuo nome?!”
“L'ho detto ai suoi colleghi ieri sera, sono il tenente Andrew Flynn della Crimini Maggiore…”
“Sì, certo. Almeno stamattina non sei ubriaco. Se stai tranquillo ti faccio uscire, ok?” Disse l’agente.
“Sono tranquillo agente, per favore può farmi uscire e togliermi le manette?” Chiese Flynn con calma, era esausto, ma sapeva che doveva mantenere la calma.
“Allora hai detto che ti chiami Andrew?”
“Sì, agente. Ho diritto a fare una telefonata, per favore.” Chiese Andy con tono educato.
“Ok, vieni e siediti qui e stai tranquillo. Adesso vediamo di farti fare la telefonata. Basta che stai buono.” L’agente tolse le manette ai polsi di Flynn e lo fece sedere su una sedia e lo ammanettò al bracciolo della sedia. “Adesso ti mando un collega, così fai la telefonata.” Arrivò un agente e Flynn gli disse il numero da comporre, l’agente gli mise il cellulare vicino all’orecchio e dopo qualche squillo Provenza rispose.
“Provenza!” Disse Andy, sentendo una voce amica.
“Flynn?! Flynn sei tu?! Sei davvero tu?” Chiese Provenza incredulo.
“Certo Provenza, sono io!” Disse Andy, scuotendo la testa, ci mancava solo che Provenza avesse voglia di scherzare.
“Andy! Andy! Dove sei?!” Disse Provenza con voce incredula.
“Provenza vieni a prendermi al distretto di Hyde, per favore e fai in fretta!” Disse Flynn a denti stretti, stava per scoppiare di rabbia.
“Finito?” Chiese l’agente scocciato.
“Sì, grazie.” Rispose Andy a muso duro. Sperava che Provenza arrivasse il più presto possibile.
Provenza arrivò dopo una ventina di minuti al Distretto di Hyde, entrò e tirò fuori il distintivo e si fece riconoscere al bancone: “Sono il tenente Provenza! Sto cercando il tenente Flynn, dov'è?”
“Provenza!” Gridò Andy con un sorriso felice come non mai, di rivedere il suo amico. Provenza si girò e vide Flynn in boxer e maglietta ammanettato alla sedia dove era seduto.
Provenza corse subito dall'amico: “Andy! Andy! Sei tutto intero! Sei tutto intero! Come stai?!” Si avvicinò e l’abbracciò, lasciando Flynn perplesso per tanto affetto in pubblico da parte di Provenza. “Tutto a posto, stai tranquillo, sei tutto intero grazie a Dio!” Disse Provenza felice, aveva ritrovato il suo amico.
“Sì Provenza, sto bene. Cosa ti prende?”
“Non immagini quanto sono felice di vederti … sei proprio un idiota, un vero idiota!” Disse Ancora Provenza abbracciando Andy.
“Portami via di qui.” Mormorò Andy.
Il tenente Provenza cominciò a dare ordini a tutti i presenti: “Chiamate un'ambulanza immediatamente! Ho bisogno di assistenza dei paramedici per verificare le condizioni del tenente Flynn. Qualcuno gli tolga le manette, subito!”
Gli agenti del distretto cominciarono a correre, un agente corse a togliere le manette, un altro portò un caffè caldo e una coperta per coprirlo. L’agente al bancone aveva già chiamato un’ambulanza. Il capo turno si avvicinò a Provenza e a Flynn e disse: “Tenente Flynn, scusi per il comportamento dei nostri colleghi. Non l'avevamo riconosciuta, è stata purtroppo una notte veramente pazzesca ed è finito dentro questa notte di follia. Ci scusi, spero che non voglia fare nessun reclamo nei nostri confronti.”
“Porti un cambio di vestiti … della vostra disattenzione ne riparleremo.” Disse Provenza con tono severo “Flynn mi vuoi raccontare perché sei finito qui ad Hyde e perché sei in boxer e maglietta?”
Mentre sorseggiava il caffè, Flynn raccontò rapidamente quanto accaduto da quando era stato rapito a quando era riuscito a scappare dai sequestratori, intanto era arrivata l'ambulanza. Provenza lo fece portare al S. Leo e andò con Flynn, durante il tragitto aveva chiamato il capitano Raydor dicendole di raggiungerlo al Pronto Soccorso del S. Leo.
Quando Sharon arrivò al S. Leo, il tenente Provenza la stava aspettando in sala d’attesa, la vide e le andò incontro: “Non si preoccupi capitano, Andy è sano e salvo, adesso è in osservazione per controllare che sia a posto. E’ tutto intero, sta bene.” Disse Provenza sorridendo felice.
Sharon abbracciò il tenente Provenza e una lacrima furtiva scese dai suoi occhi. “Grazie a Dio… grazie a Dio …” Mormorò Sharon.
/
Andy era nervoso, continuava a guardare il braccio e quelle punture di ago. “Mi hanno drogato … non so con cosa …” Disse Flynn al dottore che lo stava visitando.
“Faremo tutti gli esami tossicologici, però adesso deve stare tranquillo. Ha la pressione alle stelle … calma tenente … calma, altrimenti le verrà un infarto.”
“Dottore deve controllare anche …” Silenzio. “Mi hanno drogato e non so cosa mi hanno fatto … fisicamente … forse … ho subito … un’aggressione sessuale …” Disse con voce tremante.
“Ok.” Disse il dottore guardando Andy che lo fissava con due occhi spaventati. “Senta si spogli e si metta questo camice, controlleremo i suoi indumenti. Faremo tutti i controlli del caso, stia tranquillo, adesso è al sicuro e va tutto bene.” Disse il dottore cercando di tranquillizzare Andy.
Andy si spogliò e si mise il camice, non era sicuro di cosa gli avessero fatto, adesso cominciava ad avere paura.
Arrivò un infermiere che parlò con Andy e gli spiegò che doveva fargli delle domande per capire come procedere e per essere sicuri di cosa gli fosse realmente accaduto. Andy rispose alle domande e cercò di spiegare cosa riusciva a ricordare. Non era sicuro dell’aggressione, non ricordava molto. L’infermiere disse che gli avrebbero dato la profilassi contro le malattie sessuali e che avrebbero fatto tutti gli esami sugli indumenti. Arrivò il dottore, che visitò Andy e confermò che non aveva subito alcuna aggressione di tipo sessuale. Nelle parti intime non avevano riscontrato alcun livido o materiale umano, quindi potevano dire con certezza che non gli avevano fatto nulla di quel genere. Invece il dottore voleva spiegazioni in merito ai lividi sul corpo, che sembravano di altra natura, compresi i lividi che aveva sul collo. Andy spiegò che era stato schiaffeggiato e che c’era stato un tentativo di soffocamento. Inoltre la notte precedente nella cella di isolamento con altri sospetti era venuto alle mani e che gli agenti lo avevano picchiato e ammanettato per tutta la notte.
Il dottore capì il perché di quello stato fisico di Andy e gli disse che il fisico era sotto shock, doveva stare calmo e riposare perché era stressato e disidratato. Più tardi avrebbero portato il risultato dell’esame tossicologico. Il dottore disse che avrebbe fatto entrare Sharon per salutarlo, ma dovevano stare poco per non stancarlo.
Dopo qualche minuto, entrò Sharon che quando lo vide, gli corse incontro e lo abbracciò, piangendo. Andy sapeva che erano stati tutti in apprensione, sembrava che fosse morto e tornato indietro. Entrò anche Provenza, che sorrise, vedendo il capitano abbracciato ad Andy. Provenza sapeva che Sharon era stata malissimo, era stata una prova molto difficile, ma per fortuna tutto si era risolto nel migliore dei modi. Come era entrato, Provenza uscì lasciandoli da soli, avevano bisogno di un po’ di tempo per ritrovarsi.
Andy consolò Sharon che continuava a piangere abbracciata, continuava a baciarlo, quasi incredula che fosse vivo e stesse bene.
“Sono qui tesoro, sono qui. Va tutto bene.” Disse Andy per consolarla. Sharon smise di piangere e raccontò ad Andy quello che era successo: l’ansia per la scomparsa, la macchina davanti alla stazione degli autobus, il silenzio. Poi l’incendio, il corpo con indosso le sue scarpe e l’anello, Morales che dopo parecchie ore aveva confermato che non era Flynn, di nuovo le ricerche e infine la telefonata di Provenza che le diceva di correre al S. Leo.
Andy raccontò di come era stato rapito, la permanenza nel seminterrato, i suoi carcerieri e il sospetto che dietro a tutto questo ci fosse una donna, perché Joker era una donna, che voleva solo vendetta nei suoi confronti. Andy rimase in silenzio, il volto scuro, chiuse i pugni, la rabbia scorreva in tutto il suo corpo.
“Andy … “Disse Sharon, era preoccupata. Aveva visto i segni degli aghi sul braccio di Andy, sperava che ne parlasse.
“Mi hanno drogato Sharon, hai visto il mio braccio … ho dei ricordi confusi … delle immagini offuscate … non so cosa mi hanno fatto …” La voce di Andy cominciò a tremare di paura, si stava agitando, le macchine a cui era collegato dai ronzii cominciarono ad emettere degli allarmi, si stava agitando troppo. Arrivò il dottore preoccupato dei dati: “Tenente, calma, cosa sta succedendo?” Andy stava avendo una crisi di panico.
“Mi hanno drogato e non ricordo nulla! Non ricordo nulla!” Gridò Andy in preda ad una crisi di panico.
“Calma Andy, respira, respira …” Disse Sharon, cercando di calmarlo.
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Continua …
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