CI CREDI
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Cap. 10
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Sharon vide Andy andare via, era distrutta, aveva la morte nel cuore. Si odiava per quello che aveva detto e per come lo aveva trattato. Non aveva scelta, non poteva fare in altro modo. Si sentiva male per il suo comportamento. Rimase a piangere da sola, si disperò e si maledisse.
Decise di andare da suo padre e dirgli che lei e Andy, si erano lasciati, così lo avrebbe lasciato in pace. Si vestì e si sistemò il trucco meglio che poteva, aveva due occhi gonfi e rossi, per tutte le lacrime che aveva versato.
Quando entrò nello studio del padre, sembrava che la stesse aspettando. Le andò incontro, si erano lasciati molto male l’ultima volta e di questo suo padre ne aveva sofferto parecchio. Sperava di poter riallacciare i rapporti con sua figlia, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
L’abbracciò e sentì che era tesa, nervosa. Le disse che era felice di vederla e le chiese il motivo della sua tensione. Sharon rispose che aveva lasciato Andy, quindi poteva lasciarlo in pace e non dargli più il tormento con le sue proposte più o meno lecite. Adesso voleva stare da sola e raccogliere le idee.
Suo padre sorrise alla notizia, era contento, soddisfatto. Sapeva che quell’uomo era solo la pausa di un momento, un fuggevole diversivo. Voleva dire il famoso "Te l'avevo detto..." ma non voleva inveire, Sharon aveva un'aria molto sofferente. Le disse che voleva vederla per pranzo la domenica successiva, per stare un poco insieme e fare i progetti per il futuro.
Sharon non aveva bisogno di altri progetti, sapeva cosa doveva fare. Suo padre era sempre lo stesso, voleva mettere il naso nella sua vita.
Ora non aveva certo bisogno di questo, ma Sharon non si sentiva pronta a discutere con suo padre, quindi decise di accogliere la richiesta del pranzo per la domenica successiva.
Suo padre era soddisfatto, Sharon era particolarmente accondiscendente e lui ne voleva approfittare. Prese da bere, ne offrì a Sharon, che rifiutò con una scusa. La guardò e sorridendo le chiese se a pranzo poteva invitare Jack, giusto per stare insieme e parlare.
Sorrise con un ghigno, sapeva che suo padre non avrebbe mollato la presa, così rispose che il pranzo poteva andare bene, purché nessuno le mettesse pressione. Un sorriso soddisfatto si dipinse sul viso dell'uomo, che l'abbracciò e le baciò il capo: questa era sua figlia, questa era la sua Sharon! Parlarono del lavoro e delle prospettive di carriera al FID, anche in questo ha da ridire, pensò Sharon tra sé, ma conosceva suo padre, sapeva che non aveva mai accettato la scelta di fare il poliziotto.
Adesso era stanca di sentire altre parole, ne aveva abbastanza, con una scusa disse che doveva andare e si congedò da suo padre, che quando la vide uscire, fece subito il numero di Jack e parlò di Sharon e del pranzo della domenica, che avrebbero fatto tutti insieme.
Sharon uscì dallo studio del padre, era stanca di sentire tutte quelle parole ed era contrariata, suo padre non aveva capito nulla di lei. Jason l'accompagnò all’uscita e aprì la porta. Prima di uscire Sharon si voltò " Se tocchi ancora una volta Andy, te la vedrai con me!" Puntò il dito al petto di Jason, si girò e se ne andò, senza aspettare la risposta che fu un semplice “Sì signora.”
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Il giorno dopo, Sharon si presentò sulla scena del crimine con il sergente Eliot. Era nervosa, sapeva che avrebbe incontrato Andy. Arrivata sulla scena vide Provenza, Sanchez e poco distante il capo Johnson che parlava con Tao. Andarono dal capo Johnson per farsi aggiornare, il loro arrivo aveva destato l'attenzione e il malcontento da parte di tutti.
Il capo Johnson raccontò brevemente quanto stava facendo la squadra nella scena del crimine, chiamò Flynn, che aveva raccolto le testimonianze dei vicini e gli disse di aiutare il capitano Raydor in qualsiasi cosa avesse bisogno. Flynn rimase interdetto per un momento, diede un colpo di tosse “Certo capo Johnson."
Si avvicinò al capitano Raydor e fece rapporto, Andy era professionale e impeccabile nel lavoro. La squadrò, era bellissima nel trench nero e i tacchi che slanciavano la sua figura sinuosa. Era mozzafiato, i capelli ribelli cadevano davanti agli occhiali e ogni tanto doveva spostarli con un gesto della mano. Sharon lo squadrò, Andy era elegante nel completo blu scuro, camicia bianca e cravatta scura con un motivo floreale. Il movimento della giacca ogni tanto faceva intravedere le bretelle blu scuro. Era bellissimo, ma nervoso, aveva passato una mano tra i capelli mentre faceva rapporto. Non le aveva tolto gli occhi di dosso un momento, sembrava ipnotizzato, stregato da quella donna, che aveva ancora nella mente e nel cuore.
Provenza aveva notato la chimica che c'era tra i due e sospettava qualcosa, anche se Andy non aveva mai ammesso nulla. Li guardò e capì che qualcosa non tornava, erano entrambi nervosi, o meglio, imbarazzati, sembravano due ragazzini che avevano rubato la marmellata e non volevano che qualcuno lo scoprisse. Il suo intuito da detective diceva che c’era molto di più di quanto i due volessero ammettere, ma Provenza era paziente, sapeva che prima o poi avrebbe saputo cosa ci fosse tra il tenente Flynn e il capitano Raydor.
Rientrarono alla Crimini Maggiori, il capo Johnson aveva detto al capitano Raydor di unirsi a loro per le indagini preliminari, stava tentando di collaborare con Darth Raydor solo perché Pope glielo aveva ordinato.
Allestirono la lavagna e discussero delle prove acquisite, c'erano varie teorie, tutte da provare, per ora avevano tanti indizi. Il capo Johnson decise di dividere il lavoro e si allontanò dicendo che sarebbe andata da Pope. Appena il capo Johnson uscì, dalla porta entrò Jack Raydor, l'avvocato più temuto e odiato del Dipartimento di polizia.
Fece un’entrata plateale, con la faccia da poker si avvicinò a Sharon, che continuava a scuotere la testa. Aveva dimenticato quanto fosse irritabile l’ex marito e quanto non sopportasse più essere nella stessa stanza con lui.
“Sharon, cercavo proprio te!” Jack alzò la voce apposta.
“Cosa vuoi Jack?” Chiese in tono rude.
“Cosa vogliono dire questi documenti?!” Lanciò contro di lei dei fogli, era visibilmente alterato. Si avvicinò e Sharon si accorse che era ubriaco, sentiva il puzzo di whisky, che le stava dando il voltastomaco.
“Sto lavorando, quindi niente scenate Jack!”
“Nessuna scenata, sei mia moglie e non ti concederò mai il divorzio. Credevo fosse solo una minaccia e invece ho ricevuto questi documenti. Scordatelo! Non ti concederò mai il divorzio! Sei solo una puttana!” Si scagliò contro di lei, ma non fece in tempo a toccarla, Flynn lo aveva placato meglio di un giocatore dei Dodgers. Erano finiti entrambi a terra, rovesciando una sedia e parecchi fogli.
“Lasciami andare!” Gridò Jack, aveva su di sé tutto il corpo di Flynn.
“Non osare toccarla …” Mormorò Andy all’orecchio di Jack, lo prese di peso e lo rimise in piedi. Intanto i componenti della squadra avevano fatto quadrato e Provenza si era messo vicino a Sharon, come per difenderla.
“Avvocato Raydor, le consiglio di andare via!” Il tono di Provenza non ammetteva replica.
Jack si guardò intorno, Sharon era circondata da tutti quegli uomini che sembravano volessero difenderla, fece una risata sguaiata, strattonò la presa di Flynn “Me ne vado, me ne vado. Ma ricordatevi che la regina di Ghiaccio lascerà nei guai ognuno di voi! Ahahahahaha!” Se ne andò barcollando, continuando a ridere. Sharon avrebbe voluto incenerirlo con gli occhi “Vi chiedo scusa per lo squallido spettacolo.” Si scusò con la squadra.
“Jack Raydor non sta simpatico a nessuno e comunque era ubriaco.” Provenza tornò alla sua scrivania. “Forza gente, fine dello spettacolo, si torna al lavoro!”
Julio aiutò Flynn a rimettere a posto la sedia e i fogli caduti per terra e sorrise “Ottimo placcaggio Andy.”
Sharon si avvicinò a Andy e lo ringraziò per la prontezza di riflessi, lui sorrise e abbassò gli occhi, tentò di dire qualcosa, ma le parole si fermarono in gola. Si guardarono negli occhi per un momento, che sembrò un’eternità. Con gli occhi Andy le disse quanto l’amasse e Sharon lo guardò, implorando il suo perdono. Furono interrotti dal ritorno del capo Johnson, che chiese cosa fosse successo.
Provenza minimizzò i fatti e cambiò discorso parlando degli indizi del caso a cui stavano lavorando. Ripresero tutti quanti il lavoro, sperando di chiudere il caso prima possibile.
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Continua …
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