CI CREDI
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Cap.32
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Poche ore dopo che il procuratore O’Dwyer aveva parlato con il primario dell’ospedale, al banco degli infermieri c’era parecchia tensione e molto movimento. Avevano ricevuto ordini dall’alto per spostare Sharon, in una clinica privata.
Provenza era tornato con i caffè a assistette a tutta la scena, senza poter dire nulla.
“Porterò via mia figlia, non permetterò che muoia per la vostra incompetenza. Non perderò anche lei, come la mia Ella.” Si rivolse a Jason e agli altri infermieri “Portiamo Sharon nella nostra struttura, avanti.”
“No aspetti, procuratore. Sharon non si può spostare! E’ in una fase molto delicata, le farà solo del male, la prego!” Lo implorò Andy.
“Jason porta via di qui il sig. Flynn, non ha alcun potere di decisione e non è nulla per Sharon. Io sono suo padre, la sua famiglia, decido io cosa è meglio!”
Jason si mise davanti a Andy per fermare qualsiasi sua azione. Gli infermieri cominciarono le procedure per spostare Sharon in sicurezza.
“Mi dispiace tenente Flynn, ma il procuratore O’Dwyer è il parente più prossimo della signora, ha tutti i diritti per far spostare.” Disse il dottor McCoy.
“Cosa faremo io ed Ella?” Chiese Andy spaventato.
“Mi dispiace.” Rispose il dottore desolato e si allontanò dalla camera, non poteva fare nulla.
“Procuratore aspetti, parliamone!” Disse Andy raggiungendo il padre di Sharon, era entrato nella camera di Sharon.
“Ho già deciso, tenente Flynn, se ne faccia una ragione e si tolga dai piedi! Da quando è entrato nella vita di mia figlia, ha solo fatto danni! Se Sharon non supererà questa prova, la riterrò responsabile di qualsiasi conseguenza. Jason toglimi questo idiota da davanti!” Ordinò il procuratore.
Jason si mise davanti a Flynn e di peso iniziò a spostarlo per farlo uscire dalla camera di Sharon “Forza tenente si tolga di mezzo e non mi obblighi ad usare le maniere forti.” Disse Jason.
“Jason aspetta, ti prego! Procuratore aspetti!” Jason prese di peso Flynn e lo portò fuori nel corridoio dell’ospedale.
“Non obbligarmi a farti male, togliti di mezzo, credimi sarà meglio per te!” Disse Jason avvicinandosi all’orecchio di Andy.
“Aspetta, Sharon …. Sharon!” Gridò Andy attirando l’attenzione di altri visitatori.
Provenza vedendo che le cose stavano per peggiorare, si mise in mezzo tra Andy e Jason.
“Andy sta’ calmo, aspetta, ora non puoi fare nulla. Stai calmo.” Provenza prese per un braccio Andy, cercando di calmarlo.
“Lasciami Provenza, lasciami!”
Jason si era spostato, lasciando a Provenza il compito di trattenere Andy. Si era messo in contatto con gli altri uomini del procuratore, per sapere a che punto erano con lo spostamento del capitano.
“Stai tranquillo, troveremo il modo di risolvere anche questa cosa, ma per ora non puoi fare nulla.” Disse Provenza.
Andy si appoggiò con le spalle al muro, calde lacrime scesero dai suoi occhi, adesso si sentiva impotente, come quando Sharon era stata male e lui non poteva fare nulla per poterla aiutare. La frustrazione e il dolore, si impadronirono di lui, era demoralizzato.
Jason rimase vicino a Andy e Provenza, finchè non lo avvisarono che Sharon era stata spostata e che potevano lasciare l’ospedale. Jason lo guardò, gli dispiaceva, ma aveva degli ordini chiari.
Si unì al resto del gruppo, che stava uscendo. Andy rimase a guardare mentre portavano via Sharon, si sentiva impotente e inutile. Era solo il padre della sua bambina e niente altro. Il procuratore aveva tenuto a sottolineare questo particolare, senza tener conto dei sentimenti di Sharon.
Si asciugò le lacrime, adesso non era tempo per disperarsi e piangere, adesso doveva trovare un modo per riprendersi l’amore della sua vita e di certo non si sarebbe arreso facilmente.
Chiese a Provenza di stare in ospedale con Ella, andarono entrambi a vedere la bambina, chiese all’infermiera quando poteva portarla a casa. Gli risposero che Ella doveva rimanere ancora un giorno per gli ultimi controlli e se tutto andava bene, il giorno dopo poteva portarla a casa. Andy sorrise felice, sua figlia era forte e gli dava quel coraggio di poter lottare ancora. Disse a Provenza che sarebbe tornato più tardi a trovare la bambina, ora doveva trovare l’unica persona che poteva aiutarlo a riprendersi Sharon, corse fuori dall’ospedale e andò nello studio dell’avvocato Gavin Baker.
Quando Andy arrivò trafelato nell’ufficio di Gavin, non rimase troppo in sala di attesa, Gavin lo ricevette subito, se Andy era andato da lui, voleva dire che c’erano solo guai in vista per la sua amica. Andy spiegò a Gavin quanto accaduto e che il padre di Sharon l’aveva portata in una clinica privata. L’unico familiare di Sharon era suo padre e quindi poteva disporre per lei, finchè era incosciente. Gavin disse a Andy che si sarebbe attivato immediatamente presso il giudice Talbot per chiedere un’ordinanza per vedere Sharon da parte della figlia e per portarla a casa sua. Gavin disse ad Andy di non preoccuparsi e di tenere acceso il cellulare, lo avrebbe avvisato, appena fosse riuscito ad ottenere l’ordinanza dal giudice, ci sarebbero voluti alcuni giorni. Andy ringraziò Gavin e tornò in ospedale da Ella. Lungo il tragitto avvisò Provenza degli ultimi eventi e di quello che Gavin aveva in mente di fare.
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Il procuratore O'Dwyer aveva portato Sharon in una clinica privata. Era in una stanza da sola con tutti i macchinari attaccati per controllare le sue funzioni vitali.
Il padre era lì accanto, disperato, stava rivivendo quanto accaduto con la moglie anni prima. "Non lascerò che ti portino via, piccola mia. Farò di tutto per salvarti. Sei così fragile e indifesa, ma voglio che lotti per guarire, voglio vedere la mia Sharon che combatte, che discute, che mi contraddice, che mi..." L'uomo non finì la frase, prese la mano della figlia e scoppiò a piangere, aveva paura di perderla e soprattutto aveva paura di non poterle dire quanto le volesse bene.
Sharon era da un paio di giorni nella clinica privata, e ogni giorno, il procuratore passava due, tre volte al giorno a trovare sua figlia. Non c’erano stati grandi miglioramenti e i dottori non volevano illudere nessuno, forse non si sarebbe mai svegliata oppure un giorno si sarebbe svegliata, questo lo doveva decidere solo Sharon.
Erano passati un paio di giorni da quando Sharon era stata portata via, dopo una lunga giornata di lavoro il procuratore tornò nella sua villa e si trovò davanti Andy, era lì che lo stava aspettando.
"Procuratore generale sono venuto per chiederle di dirmi dove ha portato sua figlia, devo vederla! Ella ha bisogno di sua madre, la prego mi dica dove l'ha portata!?"
"Ella? Come sarebbe?” Il procuratore era allibito, non credeva alle sue orecchie.
“Sua nipote si chiama Ella, signore.” Disse Andy con un sorriso disarmante “Così ha voluto Sharon e non mi sono opposto.”
“Credo che questi non siano affari suoi, perché non è assolutamente nulla, tenente, non è niente per la mia famiglia e per quanto mi riguarda, la figlia che è nata non ha nessun significato né per me né per Sharon. Quindi le consiglio di andarsene! Jason! Jason!!" Gridò chiamando il suo assistente.
"Signore ho bisogno assolutamente di sapere dove ho portato Sharon, non posso vivere senza di lei e neanche sua figlia, quindi le chiedo ancora una volta di dirmi dove l'ha portata!” Lo supplicò Andy.
"Tenente Flynn è stato solo un fastidioso problema. Si è intromesso nella vita di mia figlia e ha fatto di tutto per rovinarla. Non si rende conto che non c’entra nulla con Sharon, con noi! Lei non è adatto a mia figlia, alla nostra famiglia. Se ne vada, sparisca dalla vita di Sharon e dalla mia vista! Torni a fare il bellimbusto con giovani ragazze disinibite, non è degno di Sharon!”
Silenzio.
“Forse un tempo ero quel tipo di uomo, ma da quando ho incontrato Sharon, ha cambiato la mia vita e l’ha cambiata in meglio. So che Sharon è felice con me.”
“Vaneggia tenente! Sharon non sarà mai felice con un poveraccio, un tenente di polizia! Deve uscire dalla nostra vita! Se ne vada! Si trova nella mia proprietà, quindi lo dico con le buone maniere: se ne vada! Vada via da qui, altrimenti sarò costretto, con la forza, a farla uscire dalla mia proprietà! Jason!" Jason arrivò trafelato e quando vide Andy, scosse la testa.
"Se ne vada tenente, mi creda è molto meglio." Disse Jason avvicinandosi ad Andy e mettendosi tra lui e il procuratore. Erano l’uno vicino all’altro, sentiva la tensione che c’era tra i due.
"Non si rende conto signore, che con questo suo comportamento rischia di compromettere il suo rapporto con Sharon. So benissimo che avete litigato, siete ai ferri corti e Sharon non vuole più vederla. Cosa pensa, quando Sharon si sveglierà chiederà di sua figlia e cosa le risponderà?! Cosa dirà a sua figlia?! Le dirà che l'ha portata via dai suoi affetti più cari e questo che vorrà sentire?!” Gridò Flynn.
"Non voglio ascoltarla, tenente Flynn! Se ne vada! Jason accompagna il signore fuori dalla nostra proprietà!” Disse il procuratore indicando la porta.
"Certo signore." Disse Jason prendendo di peso Andy e spostandolo verso l’uscita.
"Aspetti, aspetti un momento! La prego mi dica dove si trova Sharon! Per favore, la prego mi ascolti mi dica dov'è?!" Gridò Andy.
Il procuratore generale si voltò e se ne andò. “Non lo vuoi proprio capire!” Disse Jason a Flynn e lo portò fuori dalla proprietà.
“Aspetti procuratore O’Dwyer! Aspetti!” Andy continuava a gridare e a cercare d liberarsi dalla presa di Jason. I due iniziarono ad avere una piccola colluttazione finché Jason assestò un pugno in pancia Andy che si piegò in due. Dopodiché gli diede un altro pugno in faccia e lo fece cadere rovinosamente a terra, altri due uomini arrivarono, lo presero di peso e lo buttarono fuori dalla proprietà del procuratore generale e chiusero il cancello della villa.
Andy rimase a terra dolorante, vide il cancello chiuso e i tre uomini tornare alla villa.
Dolorante si diresse la sua macchina e tornò a casa sua. Quando arrivò a casa, trovò Provenza ad aspettarlo, che quando lo vide in quelle condizioni gli chiese che cosa fosse successo. Andy raccontò quanto avvenuto nella villa del procuratore generale.
“Sei un emerito stupido! Pensi che quell'uomo ti dicesse dove ha portato il capitano? Hai fatto una grande idiozia!”
“Può darsi, però ci dovevo provare.” Disse Andy, mettendo del ghiaccio sul viso.
“Hai una bella immaginazione. Ci vogliono le vie legali, speriamo che Gavin si sia attivato per ottenere un'ordinanza del giudice Talbot, per obbligare il procuratore generale a dirci dove ha portato il capitano.”
"Domani mattina porterò a casa Ella e dopo chiamerò Gavin, devo sapere come ci dobbiamo muovere per riportare a casa Sharon.” Disse Andy guardando Provenza. Adesso sapeva che il futuro della sua famiglia era nelle mani di Gavin.
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Continua ….
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