CI CREDI
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Cap.9
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“Idiota! Idiota! Idiota!” Imprecò con sè stesso, per la sua stupidità e per essersi fatto cogliere di sorpresa. Si sdraiò sul divano con il ghiaccio sulle parti intime e non si accorse che Sharon era entrata in casa sua.
“Andy perché la porta di casa è aperta, va tutto bene?”
“Sharon, cosa ci fai qui?”
“Ti ho chiamato un paio di volte, volevo parlare con te, ma non hai risposto alle chiamate e mi sono preoccupata, così sono venuta a vedere come stavi e …. non mi pare che tu stia bene … cosa è successo? Perché hai messo del ghiaccio, proprio lì?” Chiese Sharon indicando le parti basse.
“Ho sbattuto ...” La voce spezzata dal dolore “Ero distratto e mi sono fatto male, così ho messo del ghiaccio, ma ora tutto è passato.” Disse sorridendo e cercando di essere convincente. Tolse il ghiaccio e lo appoggiò sul tavolino, fece una smorfia di dolore, sorrise, guardandola negli occhi.
“Ok. Fammi vedere.” Si abbassò vicino a lui.
“Cosa?”
“Forza Andy, fammi vedere. Abbassati i pantaloni e vediamo se è tutto a posto.”
“Ma Sharon, cosa stai dicendo …. Io … “
“Avanti Andy, ti ho già visto nudo, quindi non fare il timido, abbassati i pantaloni, oppure lo farò io.” Sharon lo fissò negli occhi.
“No aspetta, va tutto bene.” Il tono era disperato.
“Lascialo dire a me, forza.” Cominciò a slacciargli i pantaloni, Andy era imbarazzato, aveva messo le mani davanti a gli occhi, sapeva che si stava mettendo nei guai. Sharon abbassò i boxer e cominciò a toccare i testicoli arrossati, sembrava ci fosse un livido.
“Qui c’è un livido … ma come hai fatto …” Lo toccò delicatamente, cercando di capire come avesse potuto farsi così male.
“Sharon aspetta, se fai così io … non credo di poter …” Andy era imbarazzato, stava cominciando ad eccitarsi al tocco delle sue mani.
“Perché non mi dici la verità? Questo è un livido, hai preso una bella botta nelle palle, come si dice. Qui è tutto arrossato.” Lo guardò con aria di rimprovero. “Andy non fare il cretino, ti hanno preso a calci nelle palle!?”
“Sharon ti prego, se fai così … io …” Sharon tolse le mani dalle sue parti intime, erano tutte arrossate e Andy si stava eccitando.
“Alloro mi vuoi spiegare e voglio la verità!” Il tono era alla Darth Raydor.
“Va bene." Coprì i suoi “gioielli” e cominciò a raccontare da quando il procuratore O’Dwyer lo aveva chiamato la prima volta offrendogli dei soldi per lasciarla a poche ore prima, quando lo voleva convincere a lasciare Sharon. Gli raccontò di come Jason lo aveva colto alla sprovvista, colpendolo nelle parti basse e lo aveva buttato davanti la porta di casa.
Sharon rimase turbata da quanto raccontato da Andy, sapeva che suo padre voleva sempre più comandare nella sua vita, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe spinto a tanto. Era furiosa per il comportamento del padre e anche perché Andy non le aveva detto nulla prima.
Andy si scusò dicendo che voleva solo proteggerla e non metterle pressione, sapeva che suo padre era un uomo all’antica e ci teneva all’immagine della famiglia. Non aveva detto nulla prima, perché non voleva darle altri pensieri e non pensava che suo padre fosse così testardo, però doveva ammettere che la testardaggine era peculiarità di famiglia.
Sharon sorrise, per un momento, pensò a quanto Andy non volesse darle pensiero. Sospirò, si scusò per avergli dato poca attenzione, il lavoro la stava occupando molto. Stava per cominciare a parlare ad Andy dell’indagine sulla Crimini Maggiori, quando lui prese ancora il ghiaccio, mettendolo sui suoi gioielli.
“Fai attenzione a Jason.”
“Chi? Il maggiordomo? Mi ha colto di sorpresa, tutto qui.” Andy fece un sorriso spavaldo.
“Jason è un ex navy seals, fai attenzione, può diventare pericoloso.” Era preoccupata, conosceva quell’uomo e sapeva di cosa fosse capace.
“Ok. Ok. Però Sharon non ti arrabbiare, non è successo niente. Vedi sto già meglio, se poi tu riprendessi a massaggiarmi … “Fece un cenno con la testa e sorrise “Sai, potrei stare meglio ...”
“Andy … prima non mi sembravi così interessato che controllassi i tuoi gioielli …”
“Però … magari adesso, ne avrei bisogno … togliamo questo ghiaccio, che ormai non serve più, invece se mi fai un massaggio, vedi, sta già meglio ...” Indicò con un cenno il suo piacere.
“Rimetti a posto il piccolo Andy, sei pericoloso tenente.” Sorrise compiaciuta dall’effetto che aveva avuto su Andy.
“Dai Sharon, non dirmi che sei venuta qui solo per parlare! Sono giorni che non ci facciamo le coccole e ne ho bisogno.” La guardò con due occhi da cucciolo abbandonato. Sharon non si fece pregare, aveva bisogno anche lei di coccole e attenzioni, lo abbracciò e cominciò a baciarlo. Pensò che i discorsi potevano aspettare ancora un poco. Quando i baci si fecero bollenti, Andy la prese in braccio e la portò in camera da letto, dove si amarono tutta la notte.
Il mattino seguente Sharon si alzò di buon mattino, non si sentiva bene. Aveva la nausea e in più si sentiva in colpa di aver fatto l’amore con Andy, quando aveva intenzione di rompere con lui. Aveva pensato che lasciarlo sarebbe stata la soluzione migliore per entrambi. Andy non doveva sentirsi obbligato ad essere il padre del bambino, lei lo avrebbe cresciuto da sola, come aveva fatto con i suoi figli. Avrebbe risolto in questo modo anche il problema con suo padre.
Sapeva che avrebbe discusso con Andy, ma adesso non se la sentiva di discutere. La notte che avevano passato insieme era stata fantastica, pensò che quello sarebbe stato un buon ricordo per entrambi.
Prese carta e penna e scrisse un biglietto per Andy, si sentiva meschina per quello che stava facendo, ma aveva paura di affrontarlo, sapeva che non avrebbe retto e così preferì scrivere che quella era stata la loro ultima notte d’amore e la loro storia era giunta al termine: non voleva più vederlo. Si vestì in fretta e scappò via, odiando sè stessa, per quello che stava facendo all’uomo che amava più della sua vita.
Dopo un’ora Andy si svegliò, si accorse che Sharon non era accanto a lui, andò in cucina a cercarla, andò in bagno e si accorse che non c’era e trovò il suo biglietto sul tavolo in cucina. Lo aprì e lo lesse. Gli si raggelò il sangue, rimase per un momento senza fiato. Cosa era successo? Avevano appena trascorso insieme una stupenda notte d’amore e adesso Sharon lo stava lasciando con un biglietto? Era un incubo, pensava di sognare, invece era la nuda e cruda realtà. Cercò il cellulare e fece il numero di Sharon, c’era la segreteria. Doveva parlare con lei, doveva avere una spiegazione, non poteva finire in quel modo. Si vestì in fretta, prese le chiavi della macchina e andò a casa di Sharon.
Da un paio di ore, Sharon era tornata a casa e si era fatta una doccia. Era sul divano, stava piangendo, quando sentì suonare il campanello. Sapeva che era lui. Si alzò e andò alla porta, dallo spioncino vide Andy, con uno sguardo disperato, continuava a suonare alla sua porta.
“Sharon ti prego aprimi, parliamo, ti prego!" Gridò disperato.
“Andy va via. Lasciami in pace!” Gemette Sharon davanti alla porta chiusa.
“Sharon, tesoro ti prego aprimi.” Silenzio. “Non me ne vado, se prima non parliamo!” Andy alzò la voce, sapeva che era dietro la porta e lo sentiva. Dopo qualche secondo, sentì la serratura aprirsi. Spinse la porta ed entrò. La chiuse dietro di sé e vide che Sharon era seduta sul divano, aveva una faccia sconvolta.
“Sharon … stai bene?"
“Perché mi stai facendo questo, Andy. Non voglio più continuare la nostra relazione, lasciami andare.”
“Perché Sharon, perché? Stanotte è stato bellissimo! Cosa è successo?”
“Stanotte è passata, ora voglio, devo andare avanti e … non voglio farlo con te.” Disse asciugandosi le lacrime.
“Spiegami cosa ho fatto? Dove ho sbagliato?” Chiese confuso da quelle parole.
“Andy …. Ti prego è tutto molto complicato, perché non accetti che le cose tra di noi siano andate in questo modo.”
“Ti sei stancata di me?” Silenzio. Lei non sapeva cosa dire, l’amava più della sua vita, ma non voleva farlo soffrire e non voleva obbligarlo a rimanere con lei, solo perché era rimasta incinta. Si arrabbiò con sè stessa, doveva chiudere questa storia, doveva mandarlo via, altrimenti non sarebbe più riuscita nel suo intento.
“Sì, mi sono stancata di te. Stanotte è stato l’addio alla nostra storia. Accetta questa cosa e sarà più facile per tutti e due.” Disse Sharon in tono duro.
“Sharon io ti amo, perché non vuoi stare con me?”
“Andy … ci sono troppi problemi e troppe cose che ci dividono, lasciami per favore, se mi vuoi un poco di bene, lasciami e riprendi la tua vita.”
“Non ti capisco. Non so cosa ti sia successo e questa spiegazione non mi basta. Non voglio rinunciare a te, non voglio rinunciare al nostro amore.”
“Senti Andy, dammi un po’ di tempo, ok.” Era più difficile di quanto immaginasse, era doloroso dire a Andy quelle parole.” Prendiamoci una pausa, un momento di riflessione.” Disse con calma.
“Perché?”
“Perché devo indagare su tutta la squadra della Crimini Maggiori e devo indagare su di te e non me la sento stare insieme a te e di indagare sulla tua vita! Ok, adesso sei contento?!” Disse tutto in un fiato e sentì come se si fosse tolta un peso di dosso.
“Stai indagando sulla squadra? Perché?”
“Sì Andy! Il mio lavoro è indagare sugli altri. Mi hanno chiesto di indagare sulla Crimini Maggiori e di trovare la talpa che dà le informazioni all’accusa. Il capo Pope me lo ha chiesto e sto lavorando con l’avvocato del capo Johnson, Gavin Baker, per capire chi sta comunicando notizie riservate.”
“Perché non me lo hai detto?!”
“Perché questo è il mio lavoro! Sai che questo è quello che faccio, quindi Andy lasciami in pace!”
“Non è solo questo. Non mi importa se indaghi su di me, tanto io non sono la talpa. Vuoi sapere tutto della mia vita, va bene! Se vuoi te la racconto la mia vita di merda!” Adesso Andy si stava arrabbiando.
“Andy …”
“Ok. Capisco che non sono il massimo, ma almeno un po’ di rispetto. Potevi dirmelo, mi sarei arrabbiato, lo so, è vero, però perché rinunciare alla nostra relazione … io non capisco …. “
“Andy mi dispiace.”
“Sharon io ti amo. Ma forse non è così per te.” Silenzio. “Hai ragione. Abbiamo bisogno di una pausa. Ti lascio in pace, non ti voglio forzare a stare con uno stronzo come me.” Disse con rammarico, stava per piangere, ma non voleva. Silenzio.
“Addio Sharon.” Disse con la morte nel cuore e uscì. Prese la macchina e si mise a girare per la città senza una meta, aveva bisogno di avere la mente impegnata. Dopo aver girato a vuoto per un paio di ore, andò alla chiesa dove si tenevano gli incontri AA e andò a sedersi sulla panchina davanti al cortile, non c’era nessuno e scoppiò a piangere.
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Continua …
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