CI CREDI
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Cap. 34
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Era passato un mese, da quando Sharon era ritornata a casa. Ella cresceva, sempre più forte. Erano felici, però un velo di tristezza era sempre sul volto di Sharon, quando veniva accennato qualcosa che riguardasse suo padre.
Purtroppo i contatti con il procuratore generale erano completamente interrotti. Per questo motivo Sharon soffriva molto, aveva confidato a Andy che quando era adolescente, ogni volta che litigava con suo padre, sua madre, diceva: "Sharon vai da tuo padre, fate pace, perché non deve calare la notte sopra le vostre discussioni." Sharon cercava di fare sempre pace con suo padre e finché era una ragazzina, aveva funzionato, ma ora era diventato difficile o meglio impossibile.
Andy le aveva detto di chiamare suo padre e di riallacciare i rapporti, ma Sharon era ancora arrabbiata, diventava subito nervosa e si agitava.
Un giorno Andy, con la scusa di andare ad uno dei suoi incontri AA andò a casa del procuratore generale O’Dwyer, il padre di Sharon.
"Tra tutte le persone che avrei pensato di vedere oggi, lei è l'ultima che avrei mai immaginato di incontrare." Disse il procuratore scuotendo la testa. “Cosa vuole?”
"Procuratore, buona serata." Disse Andy "Non le farò perdere troppo tempo."
"Bene." Disse l'uomo con il volto severo.
"Dovrebbe parlare con sua figlia Sharon. E inoltre mia figlia Ella, vorrebbe conoscere suo nonno."
"Ella…” Il procuratore sorrise “La bambina come sta?"
"Sta bene, cresce e anche alla svelta."
"Sono contento." Disse con un velo di tristezza.
“Ella è sua nipote, lo sa, vero?!” Disse Andy.
“Ho già due nipoti, non ne ho bisogno di un'altra. Sono apposto così. Per quanto riguarda il rapporto con mia figlia, non credo siano affari suoi tenente Flynn.”
“Non sono d'accordo, signore. La felicità di sua figlia è soprattutto affar mio e quindi anche il rapporto tra voi due. Questo fa parte della felicità di Sharon. Non voglio che Sharon si ritrovi tra parecchi anni a doverle dire quanto le volesse bene e magari lo dica davanti alla sua tomba. Questo è peggior rimpianto che un figlio possa avere nei confronti di un genitore, quindi le prego di riflettere su questa cosa.” Disse Andy fissandolo negli occhi. Silenzio. Il procuratore generale, scosse la testa e mise le braccia conserte.
"Lei è un uomo particolare Andy. Non l'ho mai ben voluta, so che Jason ha calcato la mano... ed è ancora qui a parlare della felicità di mia figlia, pur sapendo che non approvo nulla di ciò che avete fatto? Onestamente non la capisco."
"Non mi deve capire, procuratore, può non approvare le nostre scelte, ma Sharon rimane sempre sua figlia e Ella, sua nipote, che lo accetti oppure no."
"Cosa vuole tenente, posso aver sbagliato! Vuole che chieda scusa!? Che faccia ammenda, come voi alcolisti? Vuole che dica mi dispiace?!" Disse il procuratore fissandolo negli occhi e allargando le braccia, come in segno di resa.
"Non voglio nulla di tutto ciò, vorrei solo che provasse a parlare con Sharon. Soffre molto per la sua lontananza, anche se non lo dà a vedere e sono sicuro che la cosa è reciproca." Silenzio. "Per me non voglio nulla, vorrei solo vedere le mie ragazze felici, tutto qui." Disse Andy inclinando la testa e abbozzando un mezzo sorriso.
"Credo che Sharon sia felice, almeno lo spero." Disse il procuratore sospirando.
"Noi siamo felici, però so che per Sharon il rapporto con suo padre è fondamentale."
"Sharon è cambiata, non è più la bambina che faceva di tutto per rendermi felice. Non la riconosco più, sento che la sto perdendo e presto si dimenticherà di me." Il volto del procuratore era triste.
"Adesso è una donna e decide per sè stessa. Sharon non si è dimenticata di suo padre, anzi. Lei è il racconto rimasto a metà, il caso rimasto aperto, il cerchio che si deve chiudere. Sharon pensa molto a suo padre, soprattutto da quando è morta sua madre.” Silenzio. Il procuratore aveva lo sguardo basso, sembrava fosse da un’altra parte. Andy non si perse d’animo e continuò: “Comunque, sappia che tra due domeniche andremo in spiaggia a fare una piccola passeggiata. Saremo sulla spiaggia, vicino al chiosco, quello grande dove ci sono le bandiere.”
“Conosco quel chiosco.” Disse il procuratore alzando lo sguardo.
“Bene, verso le 10 del mattino noi saremo lì. Se volesse incontrare sua nipote e sua figlia, sa dove trovarci. Spero di rivederla, signor procuratore.” Detto questo Andy si avviò verso l’uscita, ma il procuratore lo chiamò: “Andy, aspetta. Aspetta.”
Andy si voltò con il volto stupito, lo stava chiamando per nome. “Mi dica.”
“Perché sta facendo tutto questo? Io mi sono opposto alla vostra relazione, mi sono opposto alla gravidanza e a tutto quello che implicava. Perché è venuto qui?”
“Senta procuratore, so benissimo che non le vado a genio e a dir la verità, la cosa è reciproca.” Disse Andy.
“Molto schietto.” Disse il procuratore ammiccando.
“Allora sappia che sto facendo tutto questo solo perché amo Sharon e voglio vederla felice e se questo implica che ci sia anche lei, ok, sto facendo solo questo per Sharon e per Ella, mia figlia merita di avere un nonno. Ora se non le dispiace, devo andare. Arrivederci.” Si voltò e andò verso l’uscita e tornò a casa. Il procuratore generale, guardò Andy uscire e rimase a riflettere su quell’uomo che l’aveva sinceramente stupito.
Quando Andy rientrò, Sharon gli chiese com'era andato su incontro, Andy rispose che era andato molto bene, adesso era molto più tranquillo.
"Senti tesoro, ho pensato che tra un paio di domeniche, il tempo sarà già più caldo, potremo andare a fare una passeggiata in spiaggia. Pensavo a domenica mattina verso le 10 insieme ad Ella, per fare una piccola merenda vicino al chiosco delle bandiere, che ne dici?"
“E’ una bellissima idea! Sai che quando ero piccola mia madre mi portava sempre lungo la spiaggia a fare delle belle passeggiate?! Sono contenta di questa idea, non vedo l'ora che arrivi domenica!” Sorrise e lo abbracciò. Poi divenne subito seria.
“Qualcosa non va, tesoro?”
“Vorrei parlarti di una cosa.” Silenzio. “Ho fatto richiesta per poter riprendere il lavoro operativo.” “La prossima settimana, terrò i primi test di valutazione ed idoneità.” Disse Sharon seria.
“E’ una bellissima notizia! Provenza mi sta dando il tormento, perchè dice che sono a mezzo servizio, a causa del congedo di paternità. Quindi sarà molto felice di poter lasciare spazio anche a te e di gestire qualche omicidio a Los Angeles.”
“Credo che potremmo alternarci, così da poter gestire Ella e riprendere il lavoro, magari con dei ritmi diversi, però sempre tenendo il nostro lavoro e facendo in modo che Ella possa crescere avendo sempre sia un papà che una mamma.”
“Mi trovi pienamente d'accordo, tesoro. Bene sono proprio contento che tu voglia di tornare al lavoro!”
I test di idoneità di Sharon furono tutti positivi e la settimana seguente riprese il lavoro operativo. Quando Sharon rientrò, il primo giorno la squadra le aveva preparato una festa a sorpresa, davanti alla porta del suo ufficio c’era la scritta “Bentornata capitano!”
Sharon si commosse, non si aspettava così tanto affetto e tanta cordialità. Sapeva che durante la gravidanza li aveva fatti impazzire con le voglie, i cambiamenti di umore e che non era stato facile lavorare insieme. Ora che aveva tutta la squadra al completo ed era tornata al comando era felice … anche se sapeva che qualcosa era ancora da mettere a posto.
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Continua …
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