CI CREDI
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Cap. 15
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Quella mattina Sharon conosceva il compito ingrato che le spettava: scoprire la talpa nella squadra della Crimini Maggiori. L’unica nota positiva era che avrebbe terminato il lavoro, per la soddisfazione di Pope e di Taylor.
Sharon aveva il solito dolorino alla schiena e lo stomaco aveva fatto i capricci come ogni mattina, ma sembrava non volersi sistemare, si sentiva inquieta e aveva addosso un senso di rammarico, di tristezza infinita. Arrivata in ufficio, andò a vomitare nel bagno delle donne, cercò di sistemarsi al meglio, sistemò il trucco e prese fiato. Sapeva che quello era il suo lavoro, ma a volte lo detestava più di ogni altra cosa. Si recò a passo deciso alla Crimini Maggiori, la squadra era già al completo e senza andare in ufficio dal capo Johnson, il capitano Raydor chiese al detective Gabriel di seguirla e lo condusse nell’ufficio del capo Pope. Durante il tragitto scorse lo sguardo perso dell’uomo che si chiedeva il motivo di quella convocazione e sapeva che non era nulla di positivo.
Davanti alla porta, Sharon si voltò verso David e lo fissò negli occhi. Era all’oscuro di ogni cosa, sul viso c’era la domanda del perché fosse convocato ai pieni alti, non immaginava che la sua vita sarebbe crollata nei momenti seguenti.
“Detective Gabriel, mi rammarico per tutto quello che seguirà, mi creda.” Disse Sharon con voce dispiaciuta.
“Non capisco capitano Raydor, cosa sta succedendo? Perchè si sta scusando?” Chiese Gabriel senza capire le parole della donna.
“Venga David, dobbiamo parlare.” Disse Sharon aprendo la porta al detective Gabriel e facendolo entrare. Entrò e vide il capo Pope, il capo Taylor e la sua fidanzata Ann.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Gabriel sorpreso.
Il capo Pope, dopo aver fatto sedere il detective Gabriel, disse che la sua fidanzata Ann era stata pagata dall’avvocato Goldam per carpire informazioni in merito al caso Baylor. Sharon era sconvolta dal fatto che la fidanzata di Gabriel tentasse di difendersi, di scusarsi per aver dato a Peter, come chiamava l’avvocato Goldam, informazioni riservate.
Il detective Gabriel era scioccato, non credeva alle proprie orecchie e non voleva credere che la donna con cui conviveva e voleva costruire un futuro insieme, era solo una menzogna. Ann era lo strumento usato dall’avvocato Goldam, per danneggiare l’intera squadra della Crimini Maggiori e il Dipartimento di Polizia.
David aveva chiesto conferma ad Ann, se le accuse che le venissero fatte fossero vere e lei aveva confermato, perchè l’avvocato Goldam aveva detto che alla Crimini Maggiori era tutti corrotti. Ann aveva creduto a quelle parole, ma in seguito si era ricreduta e con il tempo si era innamorata veramente di David.
Il capo Pope aveva detto che l’avvocato Goldman aveva pagato ad Ann i debiti scolastici, questo era il prezzo per il quale era stata venduta la Crimini Maggiori. Gabriel era in lacrime, la sua vita era distrutta ed era rammaricato per il danno causato ai colleghi, alla polizia e di essere involontariamente il motivo della fuga di notizie riservate.
Ann tentava di scusarsi, era disperata, piangeva e voleva parlare da sola con David, ma lui era arrabbiato e deluso: non voleva aver più nulla a che fare con lei!
Gabriel chiese al capitano Raydor di potersi chiarire con i colleghi e con il capo Johnson, doveva scusarsi con i colleghi e chiarire le sue posizioni.
Sharon acconsentì, era rammaricata, capiva che a Gabriel era appena crollato tutto il mondo addosso e stava cercando con dignità di affrontare questa sfida. Ammirava la compostezza con cui stava affrontando tutta la situazione e capiva che aveva realizzato di essersi fidato della persona sbagliata. Sharon pensò parecchio a questo: anche a lei si era fidata della persona sbagliata. Ripensò agli anni con Jack e a tutte le volte che era stata tradita, sfruttata, illusa.
Conosceva bene la sensazione che si provava e il senso di impotenza e di stupidità che si provava. Sapeva che David avrebbe dovuto confrontarsi con la squadra e non sarebbe stato facile.
Intanto la squadra della Crimini Maggiori stava terminando il lavoro per chiudere il caso a cui stavano lavorando da giorni. Erano rientrati tutti nella sala centrale per terminare gli ultimi verbali, quando il capitano Raydor e il detective Gabriel, andarono nell’ufficio del capo Johnson. Parlarono alcuni minuti, il capitano Raydor uscì e li lasciò soli, tornò al FID: aveva terminato il lavoro assegnatole, questa volta era stata molto dura.
Andando via, aveva lanciato uno sguardo a Andy, la fissava in modo interrogativo, non capiva cosa stesse accadendo. Sharon sapeva che la squadra avrebbe dovuto affrontare la sfida più difficile, scoprire chi avesse tradito la loro fiducia. Sapeva che Andy e tutta la squadra avevano subito pressioni, l’aria era diventata molto tesa alla Crimini Maggiori da quando sapevano che c’era una talpa e ora sarebbero arrivati alla resa dei conti. Sharon non sapeva se la squadra fosse stata in grado di superare anche questa difficile sfida, ma in cuor suo, lo sperava.
Aprì la porta del suo ufficio, fece un sospiro di sollievo, il compito ingrato che le era stato affidato era stato svolto e ora voleva solo rilassarsi.
Nel suo ufficio al FID vide che c’era Gavin che la stava aspettando. Era soddisfatto del lavoro svolto e voleva solo accompagnarla a casa, sapeva che era stanca e provata per quanto accaduto. Sharon raccolse le sue cose e insieme a Gavin andò verso gli ascensori, disse a Gavin che doveva passare in Cancelleria a piano terra, per ritirare dei documenti. Andarono entrambi a piano terra e percorsero il corridoio alla fine del quale incontrarono Ann, la ex fidanzata di Gabriel.
Quando la donna vide Sharon, le si scagliò contro, colpendola al volto e facendola cadere rovinosamente a terra, gli agenti presenti, non fecero in tempo a fermarla, la donna continuava a inveire contro Sharon e a darle la colpa della fine della relazione con Gabriel. Con fatica gli agenti cercarono di contenerla e la portarono in una cella di sicurezza. Gavin fu subito vicino a Sharon, che era a terra, aveva preso un pugno in faccia. Sharon era preoccupata più per la caduta che per il pugno, sperava che il bambino non si fosse fatto del male. Sharon era sbiancata dalla paura, era immobile, terrorizzata che potesse accadere qualcosa di terribile. Gavin chiamò aiuto e gridò di chiamare un’ambulanza e di fare in fretta: “Stai tranquilla tesoro, adesso arriva l’ambulanza e ti portiamo in ospedale per fare tutti gli accertamenti.” Disse Gavin cercando di tranquillizzare Sharon e sè stesso “Andrà tutto bene tesoro, andrà tutto bene.”
Gli occhi di Sharon erano pieni di paura. Era terrorizzata, era preoccupata per il bambino. Quando arrivarono i paramedici e la caricarono sulla barella disse a Gavin:” Non dire niente a Andy, non dire niente.”
“Come? Cosa? Sharon!” Gavin non capiva il motivo di quella richiesta, poi vide Sharon che chiudeva gli occhi e allora cominciò a preoccuparsi.
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Dopo aver parlato con il capo Johnson, Gabriel si era scusato con i colleghi, alcuni avevano accettato le sue scuse, altri no. La tensione era molto alta, nessuno credeva che la talpa fosse uno di loro, o meglio, speravano che non fosse un componente della Crimini Maggiori.
Tao e Provenza avevano accettato le scuse di Gabriel e si erano rimessi al lavoro, sperando di essere seguiti dai loro colleghi.
Flynn accettava le scuse, ma quando strinse la mano a Gabriel, disse che doveva chiedere il trasferimento. Anche Julio aveva reagito in maniera dura alle scuse di Gabriel. Provenza aveva rimproverato la linea dura di Flynn ed era contrariato da tutta la situazione.
Scosse la testa, erano troppo coinvolti emotivamente, così decise di mandare tutti a casa, la situazione era fuori controllo, il giorno dopo, forse, sarebbero riusciti a analizzare meglio le cose. Tutti i componenti della Crimini Maggiori andarono a casa, c’era ancora parecchia tensione, quando il cellulare di Flynn squillò, era Gavin.
“Andy vieni subito al S. Leo! Muoviti! E’ per Sharon.” Disse Gavin con voce preoccupata.
“Arrivo.” Disse Andy con voce tremante, il tono della voce di Gavin faceva prevedere solo brutte notizie. Sentiva che qualcosa di tremendo era successo, il volto divenne scuro, prese la giacca e non rispose alla domanda di Provenza, che chiedeva cosa fosse successo.
Scese al parcheggio prese la macchina e andò immediatamente al S. Leo. Andy aveva un brutto presentimento addosso, tutta la pressione e lo stress della giornata non erano nulla in confronto alla paura che stava provando. Era spaventato, era terrorizzato che fosse accaduto qualcosa di terribile a Sharon e alla bambina e si sentiva impotente. Sembrava che gli eventi lo travolgessero e come era successo per il lavoro, le cose erano finite male, temeva lo stesso epilogo, andando all’ospedale. Riusciva solo a pensare a scenari terribili e dolorosi, aveva tanta paura che il cuore gli batteva all’impazzata nel petto, sembrava che volesse uscire dal suo corpo. La corsa verso l’ospedale sembrava infinita, non gli era mai sembrato così lontano il S. Leo e quando vide l’insegna dell’ospedale, allora cominciò a pregare, anche se non era mai stato credente.
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Continua …
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