CI CREDI
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Cap.5
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Il procuratore O’Dwyer arrivò davanti alla casa del tenente Flynn, scese dalla macchina e aspettò. Era un quartiere tranquillo, poco fuori il centro L.A. Il tempo di fumare una sigaretta e vide il tenente uscire di casa. Era vestito in modo casual, jeans e polo e aveva le chiavi della macchina in mano.
“Il tenente Flynn?”
“Chi lo vuole sapere?” Flynn guardò l’uomo elegante davanti ad una macchina superlusso, con una sigaretta in bocca.
“Posso scambiare qualche parola?”
“Visto che sa chi sono, posso sapere con chi ho il piacere di parlare?” Chiese Andy in modo educato, ma era diffidente, quell’uomo non gli ispirava fiducia.
“Sono il padre di Sharon: il procuratore Michael O’Dwyer.” Il tono era fermo e deciso.
“Certo, dovevo immaginarlo.” Andy sentì l’ostilità dell’uomo che aveva di fronte.
Aveva capito subito che quell'uomo così elegante e raffinato era il padre di Sharon. Alto, distinto, con capelli bianchi, mostrava meno dei suoi anni, lo sguardo fiero e severo. I suoi lineamenti dicevano che era un uomo che otteneva sempre quello che voleva. La fama della sua carriera lo precedeva, in città tutti volevano essere amici del procuratore generale Michael O'Dwyer. Una sua parola valeva più di mille testimoni e una sua raccomandazione, voleva dire lavoro sicuro. Era sempre accompagnato dalla guardia del corpo, che lo aspettava vicino alla macchina. Jason era un uomo robusto, elegante e di poche parole. Ad Andy sembrava il maggiordomo, non ispirava simpatia, anzi aveva sempre un'aria di sfida, con la quale fissava tutti.
“Senta tenente, niente di personale, però siamo onesti. Non c’entra nulla con mia figlia Sharon, facciamo parte di classi sociali differenti, diciamo che voi due non avete molto in comune.” Sorrise compiaciuto.
“Venga al punto procuratore O’Dwyer.” Andy era scocciato.
“Mi piace tenente. Si vede che è una persona intelligente. Senta, le voglio offrire un contributo con parecchi zeri se lascerà mia figlia.” Tirò fuori il libretto degli assegni e lo sventolò di fronte a Flynn. “Le conviene approfittarne, prima che Sharon si stufi e allora la mia offerta non sarà più valida. Quindi cosa mi dice?”
“Procuratore, credo che la sua presenza sia inopportuna, la storia tra me e sua figlia riguarda solo noi. Se la cosa continuerà sarà solo perché lo vogliamo entrambi, in quanto ai suoi soldi … bè non vorrei essere volgare. Adesso devo andare, ho un impegno e non vorrei arrivare tardi, se mi vuole scusare.” Andy andò verso la macchina e partì, lasciando il procuratore davanti al vialetto. Doveva andare agli incontri AA, fece un giro in macchina per calmarsi, era incazzato nero, ma non voleva dire nulla a Sharon e non voleva che questa cosa rovinasse la loro relazione. Andò al secondo incontro AA e rimase lì anche per l’incontro dopo, non aveva ancora smaltito tutta la rabbia e la frustrazione.
/
Jack era davanti alla porta di Sharon. Aveva portato dei fiori, si era vestito in modo elegante, sapeva che sarebbe tornato con Sharon, aveva la benedizione del padre. Il procuratore oltre al lavoro, gli aveva dato dei soldi per rimettersi in pista. Il padre di Sharon capiva che Jack era caduto nel vizio del gioco, ma in fondo era un uomo, poteva capitare. Ora che Jack era tornato, insieme a Sharon dovevano tornare ad essere la famiglia che aveva sempre desiderato, sapeva che Sharon lo avrebbe perdonato, il procuratore gli aveva detto che aveva parlato con la figlia e l’aveva ammorbidita.
Quando Sharon aprì la porta, rimase stupita nel trovarsi davanti suo marito Jack, dal quale aveva chiesto a Gavin di preparare i documenti per il divorzio.
“Ciao Sharon. Queste sono per te.” Jack le porse i fiori e sfoggiò un sorriso da poker.
“Cosa diavolo ci fai qui, Jack?” Era stupita dalla sua presenza.
“Sono tuo marito, abito qui. Non te lo ricordi? Dobbiamo per forza parlare sulla porta, posso entrare, per favore?”
“Vieni, entra.” Sharon scosse la testa, sapeva che avrebbe avuto una lunga e spiacevole discussione. Jack entrò, appoggiò i fiori all’entrata e andò diritto in soggiorno.
“Sembra che tu non sia felice di rivedermi.” Il tono era risentito.
“Jack, sei sparito cinque anni fa. Non ho avuto notizie, se non qualche telefonata ogni tanto per dirmi che stavi bene e che non saresti tornato da me e dai nostri figli. Ogni tanto ti facevi vivo, perché avevi finito i soldi e ti serviva un posto dove passare la notte. Direi che per questo sono abbastanza stupita di vederti qui.”
“Sharon tesoro, lo so che sono stato via per un po’. Sono tornato varie volte per salutarti, ma ora sono tornato per stare con la mia famiglia.”
“Jack, i nostri figli sono cresciuti e stanno andando avanti con la loro vita, senza di te. Non li hai degnati di una telefonata e sanno a malapena che sei il loro padre. Questo sarebbe una famiglia per te?!”
“Sharon tesoro, stai esagerando …”
“Jack hai finito i soldi? Non hai più qualche amichetta disposta ad ospitarti nel suo letto? Perché nel mio letto non c’è più posto!” Sharon era arrabbiata. Silenzio.
“Mia moglie non è felice di rivedermi. Ok, sono stato via per un po’, però il buon Jack, sai che può farsi perdonare.” Si avvicinò e le accarezzò il viso.
“Toglimi le mani di dosso Jack!” Sharon si allontanò “Hai abbandonato la tua famiglia, i tuoi figli e adesso mi chiedi perchè non sono contenta del tuo ritorno?! Jack io voglio il divorzio!”
“Che cosa stai dicendo? Vuoi il divorzio?” Jack si stava alterando, non credeva alle proprie orecchie. Era inammissibile che avesse preso una decisione del genere nei suoi confronti. “Non avrai mai il divorzio, tu sei mia Sharon e lo sarai per sempre!” Gridò avvicinandosi minacciosamente. La prese per le spalle e la strinse a sé “Sei mia per sempre Sharon …” Jack si avvicinò ancora di più e la baciò forzatamente. Sharon cercò di liberarsi dalla presa, non voleva baciarlo, Jack tentò in tutti i modi di tenerla vicino, finchè lo schiaffeggiò.
“Non osare toccarmi Jack!” Gridò Sharon con gli occhi gelidi e furiosa per aver subito quel bacio. Jack la schiaffeggiò e lei cadde a terra “Come osi, parlare così a tuo marito! Sharon sei mia e lo sarai per sempre, ricordalo!” Le puntò il dito contro. “Devo dedurre che ti sei consolata in fretta, sei solo una puttana, lo sapevo! Chi c’è nel tuo letto, avanti parla, chi ti scopi!?”
Jack si allontanò, come schifato e continuò “Lo sapevo che eri una puttana! Hai aspettato che me ne andassi per farti scopare dal primo stronzo che hai trovato, da te proprio non me lo sarei mai aspettato, la cattolica e brava madre di famiglia!”
Intanto Sharon si era rialzata ed era andata verso l’ingresso, dove sulla mensola lasciava distintivo e pistola. Prese la pistola e la puntò contro Jack. “Vattene Jack e la chiudiamo così. La prossima volta se ti azzardi a schiaffeggiarmi ti sparo, sono stata chiara!” La mano le tremava, era un fascio di nervi. Era spaventata e furiosa con sé stessa, perché si era fatta cogliere impreparata.
“Me ne vado, me ne vado Sharon. Ma non finisce qui!” Jack uscì, rise fragorosamente e se ne andò, sbattendo la porta. Sharon si accasciò per terra e scoppiò a piangere, il passato era tornato, sapeva che prima o poi sarebbe successo. Prese il cellulare e chiamò Gavin. Sentì la voce rotta dalle lacrime e le disse che sarebbe arrivato da lei, prima possibile. Quella sera per fortuna Andy era agli incontri e non sarebbe tornato prima di un paio di ore. Prese un paio di ampi respiri, mise a posto la pistola e buttò i fiori di Jack. Preparò un thè caldo per calmarsi e attese l’arrivo di Gavin, che dopo una decina di minuti era davanti alla sua porta. Quando Gavin entrò, lo abbracciò, scoppiò a piangere tutte le lacrime che non aveva versato in quegli anni. Gli raccontò quanto accaduto con Jack e cosa le aveva detto. Gavin ascoltò attentamente il racconto, l’abbracciò e cercò di consolarla, sapeva che Jack era un bastardo, ma arrivare a schiaffeggiare la sua amica era stato un grande errore. Si ripromise di portare via tutto a Jack e di fargli pentire di aver aggredito Sharon. Jack non l’avrebbe passata liscia, l’avrebbe lasciato in mutande, anzi senza mutande!
Sharon sorrise e Gavin fu contento che si fosse confidata con lui, la storia con Jack l’aveva provata emotivamente e si era chiusa a riccio con tutti. Vedere Sharon capace di raccontare quanto accaduto, voleva dire che era pronta a chiudere quella triste pagina della sua vita. La consolò ancora e la rassicurò.
“Grazie Gavin per avermi ascoltato.”
“A cosa servono gli amici Sharon? Sono qui, stai tranquilla.”
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Continua …
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