CI CREDI
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Cap.13
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“Sharon …. Tesoro mio ...”
“Andy ascolta. Tu … tu non sei obbligato, non voglio che tu stia con me solo perché aspetto un bambino.”
“Perché non me lo hai detto? Sharon io ti amo!” Disse risoluto.
“Andy, non ti devi sentire in obbligo. Amarmi non deve essere un dovere. Io posso crescere questo bambino da sola.”
“Perché da sola? Lo voglio questo bambino, tanto quanto lo vuoi tu!” Silenzio. “Sharon il mio amore non è un dovere nei tuoi confronti. Quello che provo per te è amore sincero. Darei la mia stessa vita per te e per il nostro bambino.”
Lei abbassò lo sguardo. Silenzio. “Sharon?” Disse lui alzandole il viso con la mano.
“Ecco, appunto! Il nostro bambino, io non lo voglio così tanto.” Sharon lo fissò negli occhi si alzò e cominciò a camminare nervosamente davanti a Andy. “Non era nei miei piani. Io non volevo questo bambino tanto quanto te, ecco, vedi qual è il problema?! Io volevo solo una vita con un fidanzato, una carriera. Ho già dei figli, un matrimonio fallito …” Silenzio. “Volevo impegnarmi nella mia carriera, poi sei arrivato tu e allora ho cercato di gestire la nostra relazione. Ma un bambino … ecco io … non era nei miei piani …” Disse Sharon con la voce rotta dalle lacrime.
“Sono con te, Sharon.” Lui si alzò e l’abbracciò. “Non ti lascio da sola.”
“Non voglio la tua compassione!” Disse staccandosi dall’abbraccio e allontanandosi “Ti senti in obbligo e non voglio che ci siano obblighi tra noi, te l’avevo detto. Devi sentirti libero di amarmi!”
“Sharon io ti amo e mi sento libero di amarti. Voglio questo bambino insieme a te, ci sono e ci sarò sempre.”
“Andy … non sai … cosa vuol dire per me. Ho 48 anni, ho lavorato duramente per costruire la mia carriera e adesso una gravidanza non ci voleva, non è il momento giusto!” Silenzio.
“Noi facciamo dei piani, ma a volte la vita va in un altro verso. Sono felice di avere un bambino da te, spero sia una bambina, una piccola Sharon in miniatura.” Disse Andy sorridendo e avvicinandosi a lei.
“Perché una non ti basta? Non sono abbastanza rompiscatole?” Disse Sharon sconsolata sedendosi sul divano.
“Tu non mi basti mai, amore mio! Ti amo da impazzire e ora che aspetti una bambina da me, sono ancora più felice!”
“Andy …” Lei sorrise, di fronte a tutto l’amore di Andy era rimasta senza parole. Non immaginava che potesse amarla in modo così incondizionato.
“Ti amo Sharon e amo la nostra bambina!”
“Diventerò grassa come una balena, sarò intrattabile, nervosa, avrò le voglie, le nausee, dovrò comprare dei vestiti nuovi, …. Non posso farcela!” Disse Sharon rassegnata. “Tu non sai in che guaio ti stai mettendo, tenente. Sei ancora in tempo per andartene.” Disse Sharon scuotendo la testa.
“Non voglio andare via, non voglio lasciarti. Possiamo farcela, insieme ce la possiamo fare. Sarò con te, puoi contare su di me.” Disse Andy risoluto e sorrise dolcemente e si avvicinò a Sharon.
“Sei sicuro Andy? Sai che impegno ti stai prendendo?”
“Tesoro, tu sei l’amore della mia vita e la mia bambina sarà la mia principessa! Ti amo.” Sharon rimase un momento in silenzio, era commossa: “Oh Andy … ti amo tanto anch’io!”
Si abbracciarono e lui le accarezzò i capelli, cercando di tranquillizzarla.
“Ho paura.” Singhiozzò Sharon.
“Perché hai paura?” Chiese Andy preoccupato. Silenzio. “Sharon …”
Lei si ricompose “Ho parlato con il dott. McCoy. Mi ha detto che la gravidanza non sarà una passeggiata e neanche il parto, rischio sia io che il bambino.”
“La bambina.” Disse Andy sorridendo e sottolineando la frase.
“Come fai a sapere che sarà una bambina?” Chiese sorridendo.
“Te l’ho detto, sarai tu in miniatura, una mini Sharon.” Disse Andy sorridendo “Sarà bellissima come te.”
“Ma dai Andy, mi fai arrossire.”
“No davvero, mi piace tutto di te. I capelli ribelli, gli occhi verdi, il sorriso, le labbra, il profilo. Lasciati guardare, sei bellissima!”
“Mi fai arrossire così.” Disse Sharon abbassando lo sguardo.
“Sei l’amore della mia vita e voglio stare per sempre con te.” Andy la baciò leggermente, Sharon rimase immobile, lui approfondì ancora un po’ il bacio e allora lei rispose con passione e desiderio, le erano mancati i baci di Andy. Rimasero fronte a fronte e sorrisero.
“Mi perdoni?” Sussurrò Sharon.
“Per cosa?”
“Per non averti detto nulla del bambino … mi dispiace, non volevo che tu lo sapessi da altri.”
“Oh non ti preoccupare, Gavin è stato molto delicato nel darmi questa notizia …” Disse Andy sorridendo e ripensando alla conversazione con Gavin.
“A volte è molto protettivo nei miei confronti … ma non ti ha spaventato abbastanza, se ora sei qui con me.” Disse sorridendo. Andy scosse la testa, sapeva di aver rischiato parecchio con l’avvocato Baker, ma era felicissimo della conclusione della loro conversazione. Sorrise e baciò ancora Sharon con un fuggevole bacio.
“Sei bellissima …” Sussurrò Andy.
“Ti amo Andy.”
“Ti amo anch’io Sharon.”
/
Il giorno dopo andarono entrambi in Centrale, Andy alla Crimini Maggiori e Sharon al FID. Andy era preoccupato, Sharon era tornata a casa e avevano trascorso la notte insieme. Voleva che lei rimanesse a casa, a riposare, la notte era stata agitata e Sharon aveva dormito poco. Andy era preoccupato, tanto che Provenza aveva notato la sua irrequietezza. Andy cercò di sdrammatizzare la situazione dicendo che non aveva digerito la colazione, ma Provenza non era convinto, da buon detective sapeva che c’era altro. Furono interrotti dai loro discorsi, quando il capo Johnson disse alla squadra di andare sulla scena di un crimine che coinvolgeva alcuni colleghi.
Si prepararono a partire, quando furono nel parcheggio, Andy intravide la macchina di Sharon con il sergente Eliot. Si chiese perché ci fossero anche loro, pronti per recarsi sulla scena e Provenza gli disse che se erano coinvolti dei colleghi, il FID sarebbe intervenuto a difesa dei poveri civili.
In questo caso avevano saputo che dei componenti delle gang, avevano sparato a dei poliziotti di pattuglia. Flynn rimase come di ghiaccio, adesso aveva paura per lei, nel suo stato doveva stare tranquilla e al sicuro.
Arrivati sulla scena del crimine, erano rimasti a terra tre giovani che erano membri della gang B52. Due colleghi erano morti e altri due erano ancora sotto shock, per aver visto morire sotto i loro occhi dei poliziotti. C’era un clima di grande tensione era palpabile nell’aria. Quando la squadra arrivò, cominciò a delimitare la scena e a fare i primi rilievi. Dopo un po’ Flynn si accorse che Sharon e il sergente Eliot erano arrivati, con altre due macchine del FID.
Cominciarono e fare le loro domande, i poliziotti erano tutti tesi, la situazione era esplosiva. Un sergente era ferito e i paramedici lo stavano medicando, Sharon si era avvicinata per fargli qualche domanda, dopo le prime risposte tese, l’uomo aveva cominciato ad alzare la voce, era fuori controllo.
Scansò il paramedico e aggredì fisicamente Sharon. La strattonò e la fece cadere per terra, urlò, non tanto per lo strattone, ma per la caduta a terra nella sua condizione, si era spaventata.
Quando Andy la sentì gridare, corse come un pazzo da Sharon, il sergente continuava ad inveire e i paramedici, avevano cercato di trattenerlo, era sotto shock e la sua reazione era fuori controllo. Arrivò il capo Johnson, con tutti gli altri della squadra.
Andy fu immediatamente da Sharon per verificare le sue condizioni, era preoccupato, ma lei fu indispettita da tale comportamento. Era fuori luogo ed esagerato, era stata solo strattonata ed era caduta, non era successo niente di grave. Andy era in apprensione, chiese ai paramedici di controllare che Sharon stesse bene.
“Sto bene! Sto bene! Sono solo inciampata e caduta. Non è successo nulla!” Disse Sharon scocciata da tanta attenzione.
“Capitano Raydor, dovrebbe farsi controllare ...” Chiese Andy.
“Sto bene tenente, grazie!” Disse Sharon scuotendo la testa.
“Controlli che il capitano non si sia fatta male!” Disse Andy al paramedico che li guardava con sguardo spaventato, sembravano due pazzi. “Signora se vuole …”
“Ho detto che sto bene, maledizione!” Sharon si rialzò con l’aiuto di Andy e lo guardò con il peggiore sguardo Darth Raydor. Andy insistette con il paramedico, che vedendo Sharon così arrabbiata, non osava dire altro.
Il capo Johnson cercò di calmare gli animi, chiese a Sharon di farsi controllare, come prevedeva il regolamento e disse al tenente Flynn di farsi da parte, perché stava innervosendo il capitano Raydor. Entrambi avevano avuto una reazione esagerata e la cosa insospettì il capo Johnson che chiese a Provenza se ci fosse qualcosa tra il tenente Flynn e il capitano Raydor.
Provenza rispose che era fantascienza, quella donna era capace di mandare a male chiunque e questa volta era capitato a Flynn. Il capo Johnson era perplessa, ma aveva una scena del crimine da esaminare e il lavoro li aspettava, spronò la squadra a darsi da fare, anche se sospettava che Provenza non le avesse detto la verità.
Provenza andò da Flynn, che stava prendendo le testimonianze di alcuni vicini, lo portò in disparte e gli chiese cosa avesse per la testa. Flynn rispose male, era nervoso, teso e continuava a guardare in direzione del capitano Raydor. Adesso sembrava che fosse più tranquilla, stava persino sorridendo al paramedico, che prima era spaventato dalla sua reazione.
Provenza rimproverò Flynn, sapeva che tra i due c’era molto di più e gli disse di non giocare con il fuoco, perché si sarebbe bruciato, soprattutto con quella donna! Flynn scosse la testa, rispose in modo rude e disse che doveva fare il suo lavoro e si allontanò da Provenza, aveva bisogno di darsi una calmata.
Quando tornarono in centrale e terminarono i rapporti, il capo Johnson lasciò andare a casa tutta la squadra, per quel giorno avevano fatto abbastanza. Guardò il tenente Flynn, era ancora alla scrivania e notò che ultimamente quando andava via, rimaneva alla scrivania, come se aspettasse che tutti andassero a casa.
Sorrise al pensiero di quei due insieme e andò a casa. Provenza attese di rimanere da solo con Flynn e gli disse di non fare stupidate e di darsi una calmata. Flynn chiese scusa a Provenza, era nervoso, questo era lampante, ma disse di aver bisogno di staccare un po’. Prese le sue cose e si avviò verso il parcheggio, ma Provenza sapeva che non la raccontava giusta, scosse la testa, perché erano in arrivo solo guai.
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Continua …
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