CI CREDI
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Cap.14
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Quando Sharon aprì la porta, si trovò davanti suo padre, che la guardava con quell’aria di commiserazione che le dava semplicemente il sangue alla testa. Il procuratore O’Dwyer non attese il permesso per entrare, si fece avanti, entrando in casa.
Andò direttamente in soggiorno e attese Sharon, che aveva sbuffato vedendolo entrare. Sharon si appoggiò al bancone, sapeva che suo padre era pronto a farle la predica, come se fosse una ragazzina di 15 anni, ma adesso era una donna e aveva fatto le sue scelte, giuste o sbagliate che fossero.
“Vuoi buttare la tua vita in una relazione che non sai dove ti porterà? E’ solo un povero alcolizzato, un poliziotto! Non sarai mai felice con un uomo del genere. Se mi dicessi che è la voglia di un momento, una rivincita su Jack, allora lo capirei, però mi pare che tu voglia fare le cose seriamente con questo, questo …”
“Si chiama Andy. Intendo fare sul serio, papà, fattene una ragione. Non è una rivincita su Jack, anzi di Jack non me ne importa nulla. Ho chiesto il divorzio e Gavin sta preparando tutti documenti. Quindi sto dando una svolta alla mia vita e voglio iniziare un nuovo capitolo con Andy, che tu sia d’accordo oppure no.”
“Sharon, Sharon tesoro.” Disse avvicinandosi “Cosa è successo alla mia bambina, che faceva di tutto per farmi felice, per fare felice tua madre. Sharon tesoro, se ti vedesse tua madre, cosa direbbe?
“Lascia stare mamma.” Sharon pose una distanza tra lei e il padre. “Mamma approverebbe. Andy le piacerebbe, le piacerebbe tanto, tanto quanto non piace a te. Quindi lascia stare mamma.” Disse in tono secco. Suo padre stava camminando su un terreno molto delicato e Sharon si stava arrabbiando.
“Sharon capisco il tuo disappunto nei confronti di Jack, si presentato ubriaco sul tuo posto di lavoro, però cerca di capire, si è trovato i documenti per il divorzio e si è un po’ scoraggiato.” Disse candidamente il procuratore.
“Si è presentato ubriaco al Dipartimento di polizia! Davanti ai miei colleghi e ha tentato di aggredirmi! Lo giustifichi ancora?!” Disse Sharon alzando la voce.
“Sharon, tesoro. Perché non vieni qui vicino a me e ne parliamo.”
“Perché non c’è nulla di cui parlare papà, Jack appartiene ad un passato che non c’è più! Adesso voglio solo pensare al futuro e nel mio c’è Andy. Lo amo e lui ama me.”
Il procuratore O’Dwyer rimase con le braccia conserte e fissò la figlia, sapeva che era testarda e che non era una donna semplice da convincere. Doveva trovare il modo per farla ragionare, per riportarla sulla retta via. Sharon lo fissava, i suoi occhi erano sicuri, determinati, la voce non tradiva alcuna esitazione.
“Se questo … Andy, ti amasse, ti lascerebbe andare Sharon. La scelta migliore sarebbe stare con una persona del nostro stesso ceto sociale, cattolico e praticante. Questo tenente non è alla tua altezza tesoro, lo sai. Che futuro potrebbe assicurarti? Che certezze ti potrebbe dare? Non è uno di noi, capisci, cerca di ragionare.”
Sharon si stava scocciando delle parole di suo padre e non faceva nulla per mascherarlo, continuava a sbuffare e a scuotere la testa. Suo padre noncurante, continuò “Comunque spiegami perché Jack non ti va più bene?”
“Ancora Jack!? Papà lo vuoi capire che Jack non mi ama e che mi separerò da lui per sempre e inizierò una nuova vita con Andy!”
“Vuoi davvero spezzarmi il cuore?”
“Smettila papà, lo so che vuoi farmi sentire in colpa. Però credimi, mi sono sentita in colpa per molto tempo, per il fallimento del matrimonio con Jack e adesso voglio essere felice e sono sicura, che con Andy le cose andranno meglio. Formeremo una nuova famiglia.”
“Tu hai già una famiglia, dei figli! Non ti capisco Sharon, eri una persona così osservante, retta, … poi sei caduta in questa idea di fare di testa tua … prima vuoi diventare un poliziotto e va bene, ti lascio fare il poliziotto, anche se la tua naturale carriera era quello di avvocato.” Il tono era sarcastico, Sharon scosse la testa. “L’unica soddisfazione che mi hai dato è stata quella di sposare Jack. Sei stata felice e hai avuto dei figli: una bella famiglia. Non capisco perché tu voglia buttare via tutto questo!” Silenzio. “Perchè iniziare una relazione con un poco di buono come il tenente Andy Flynn! Ha già una famiglia alle spalle e li ha abbandonati, è un ex alcolista, frequenta gli incontri AA, economicamente … è un poveraccio … Hai letto il suo fascicolo? Conosci la sua storia personale?”
“Sono al FID, certo che ho letto il suo fascicolo personale. Mi chiedo come abbia fatto tu, a leggere il suo fascicolo personale, ma conosco i tuoi metodi poco ortodossi. Chi hai corrotto per avere il fascicolo di Andy?” Sharon lo fissava, lo sguardo era severo, sapeva che suo padre aveva giocato sporco e non era la prima volta.
“Sai che ottengo sempre quello che voglio. Quindi sai quanto me che è una testa calda! Uno sbruffone, un donnaiolo!”
“Tu non conosci Andy …” Disse Sharon.
“Adesso voglio che lasci quel poveraccio e ti rimetti con Jack, per formare una vera famiglia!” Gridò il procuratore.
“Stai vaneggiando papà! Jack non farà più parte della mia vita!” Sharon era esasperata.
“Sharon!”
“Sono una donna, papà! Questa è la mia vita e decido io cosa farne, stanne fuori o ti lascerò fuori dalla mia vita, per sempre!” Gridò Sharon furiosa davanti al padre. Lui la schiaffeggiò, come si schiaffeggia una bambina. “Non osare parlare così a tuo padre! Portami rispetto, altrimenti ti diseredo!” Silenzio.
Sharon alzò lo sguardo e lo fissò diritto negli occhi. “Vuoi rispetto, ma non rispetti la mia vita, le mie scelte. Tieniti pure tutti i titoli, i soldi e le apparenze.” Sharon andò verso la porta e l’aprì. Guardò suo padre con gli occhi pieni di lacrime e di rimpianti, sperava che con il tempo si ammorbidisse, invece si era sempre più irrigidito su posizioni bigotte e benpensanti. Non lo riconosceva più, non era più quel padre amabile e benevolo che conosceva, era solo un despota che non rispettava le sue scelte. “Non abbiamo più nulla da dirci. E’ meglio se te ne vai da casa mia.” Disse Sharon con voce triste e abbassò il volto, stava per piangere, ma non voleva farlo di fronte a lui.
“Non finisce qui Sharon.” Disse il procuratore avvicinandosi alla porta. “Non finisce qui.”
“Vattene papà.” Disse Sharon con voce sicura.
Lui la guardò, la durezza del tono della voce non lasciava intravedere margine di discussione, per ora era meglio andare. Sarebbe tornato alla carica in un altro momento, adesso Sharon era agitata ed emotivamente provata. Quel maledetto Flynn aveva rovinato il rapporto con sua figlia e avrebbe dovuto pagare anche per questo. “Ciao Sharon.” Disse suo padre e uscì, tornò a casa pensando a come poter tornare a parlare con sua figlia, perché lui aveva ragione, aveva ragione!
Sharon chiuse la porta e si appoggiò contro. Era sempre più faticoso parlare con suo padre, sapeva che prima o poi sarebbe arrivata ad un punto di non ritorno e non avrebbe più ammesso alcuna intrusione. Era triste e aveva bisogno di sentire Andy, voleva sentire la sua voce e sentirsi sicura tra le sue braccia. Lo chiamò e gli chiese di andare da lei. Andy non si fece pregare, aveva sentito il tono della voce provata, le disse di stare tranquilla, sarebbe corso subito da lei. Dopo una mezzoretta, Andy arrivò, Sharon era felice, adesso che c’era Andy era più tranquilla. Gli raccontò della discussione con suo padre, del dolore causato da ogni parola che aveva detto. Non gli disse delle parole che suo padre aveva detto su lui e tantomeno che l’aveva schiaffeggiata, sapeva che Andy si sarebbe infuriato e sarebbe arrivato alle mani, anche se era suo padre.
“Ehi, tesoro. Sono qui, adesso va tutto bene.” Disse Andy abbracciandola. Sharon stava tremando, riparlare di quella discussione l’aveva agitata ancora. “Ti amo, tesoro mio. Adesso ti preparo un thè caldo, ti metti sul divano e stai tranquilla. Non ci pensare, pensa solo a noi due e alla nostra bambina.”
Sharon si accucciò sul divano, sembrava una bambina spaventata. Andy le portò il thè caldo e rimasero seduti abbracciati, parlando dei loro progetti per il futuro e cercando di mandare via tutti i cattivi pensieri.
Finalmente Sharon si era tranquillizzata, avevano bevuto un thè insieme e Andy le aveva detto di riposare un poco, l’aveva accompagnata in camera e si era distesa. Si era addormentata quasi subito, era sfiancata dalla discussione con suo padre e aveva bisogno di riposare. Andy si sdraiò accanto. La guardò dormire serena, era bellissima, i capelli sparsi sul cuscino, le braccia che abbracciavano la pancia, non ancora così evidente. Non lo avrebbe mai detto di trovarsi con Sharon e il loro futuro bambino, anzi bambina, perché era sicuro che sarebbe stata una bambina, la sua principessa!
Sorrise e le spostò una ciocca ribelle, che era sul viso della donna che gli aveva trafitto il cuore. Andy non aveva opposto resistenza alla bellezza, allo charme, alla grinta di Sharon ed era felice che tra tutti gli uomini avesse scelto lui!
Avrebbe potuto scegliere tra i migliori buon partiti della città, eppure alla festa per la raccolta fondi della Polizia, Sharon lo aveva notato. Da quella sera era cambiata la sua vita ed era cambiata in meglio. Anche se all’inizio Sharon non voleva dirgli della bambina, Andy aveva capito le sue intenzioni, perché non era una donna che elemosinava o voleva la compassione degli altri, quello che decideva lo affrontava da sola. Aveva cresciuto i suoi figli senza un padre e si era costruita una carriera, che molti invidiavano. Gli aiuti del padre le davano quasi fastidio, perché sapeva che avevano un prezzo. Essere la figlia del più importante procuratore della città non era facile, suo padre voleva per la figlia una vita da copertina, una vita esemplare anche a prezzo della felicità.
Sharon lo aveva capito e aveva deciso di rinunciare ai benefici che il padre voleva offrirgli. Per questo il loro rapporto era conflittuale, difficile, sempre su un filo sottile, che rischiava di rompersi. Andy sapeva che la relazione con Sharon aveva reso i rapporti ancora più difficili e la scelta di Sharon di separarsi da Jack aveva mandato suo padre su tutte le furie.
La morte della madre aveva segnato il rapporto con suo padre, era stato un lento distacco sempre più conflittuale. Sharon non aveva raccontato come era morta sua madre, era un argomento troppo doloroso e quando se ne accennava, si chiudeva a riccio e cambiava discorso.
Adesso Andy voleva solo prendersi cura di Sharon e della bambina. Sorrise guardandola riposare, lei si mosse e aprì gli occhi. Sorrise e lo guardò.
“Da quanto tempo sto dormendo?” Chiese Sharon.
“Da un po’. Ti sei riposata?”
Mise una mano sulla pancia e sorrise “Non è stato ferma un attimo, era agitata, sembrava spaventata.” Disse Sharon accarezzando la pancia.
“Non avrà paura nostra figlia.”
“Un giorno mi spiegherai come fai a sapere che sarà femmina?”
“Ci credi, sarà femmina! Sarai tu in miniatura, la mia principessa.”
“Non vorresti un Andy in miniatura?”
“No. Sarà una piccola Sharon.”
“Il mondo non ne reggerebbe due, ci credi?!” Disse sorridendo Sharon.
“Ma io sì! Non ne potrei fare più a meno. Impazzerei per te e per la bambina, la mia principessa.”
“Dicono così tutti i futuri papà, ma quando le loro bambine diventano donne, tutto si complica …” Disse sospirando, ripensando alla discussione con suo padre.
“Non mi stancherò mai della mia donna e della mia bambina. Adesso va meglio?”
“Uhm… un po’. Fa i capricci la tua principessa, si è agitata tutto il tempo.” Andy mise la mano sulla pancia e avvicinò il viso, parlò con calma. “Allora principessa, fai disperare la mamma?” Rimase in attesa come di una risposta e baciò la pancia. “Sei bellissima tesoro!” Disse sorridendo.
“Non è vero, sono un disastro e mi sa che tra poco …” Fece una smorfia, stava per vomitare.
“Resisti, prendo la bacinella!” Andy si mosse rapido, fino a raggiungere il letto dalla parte di Sharon e prese la bacinella che c’era per terra. Arrivò in tempo e Sharon vomitò.
“Appena in tempo! Come va tesoro?” Disse preoccupato.
“Uhm … sto male.” Vomitò ancora. Le diede una salvietta umidificata e si pulì il viso. Si rinfrescò e prese fiato. “La tua principessa ha deciso che il pollo a pranzo non le piace … peccato!”
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Continua …
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